Sindacato e Gus del Trentino Alto Adige contestano gli “paletti assurdi”. “Vincerà...”

Cinformi, lo strano bando per pochi giornalisti

Cinformi

Stefan Wallisch

TRENTO – È polemica, in Trentino Alto Adige,  sul bando di selezione con il quale il Centro informativo per l’immigrazione cerca di un giornalista per lo sportello provinciale di Trento.
Il Cinformi è l’unità operativa del Dipartimento Salute e solidarietà sociale della Provincia Autonoma di Trento, ha il compito di facilitare l’accesso dei cittadini stranieri ai servizi pubblici e offrire informazioni e consulenza sulle modalità di ingresso e soggiorno in Italia, nonché supporto linguistico e culturale. E tra i suoi compiti ha anche quello di svolgere attività nel campo della comunicazione tra gli attori sociali, dello studio e della ricerca, dell’accoglienza delle persone che necessitano di protezione internazionale e umanitaria.
Il “bando” è quantomeno singolare: per partecipare il giornalista deve dimostrare di avere, tra il 2013 e il 2016, “ realizzato direttamente ed in proprio servizi di informazione e comunicazione nel settore dell’immigrazione, in materia sociale, interculturale ed interreligiosa di importo complessivo non inferiore a 100.000,00 € al netto di Iva e Inpgi”; deve “avere esperienza pluriennale nelle testate radiotelevisive nazionali o locali” e deve presentare l’offerta “economicamente più vantaggiosa” rispetto a un’apposita tabella con una serie di prestazioni indicative, per un totale che si aggira intorno ai 63 mila euro annui.
In Commissione nessun giornalista, ma: Pirous Fateh Moghadam, dirigente medico presso il Dipartimento Salute e solidarietà sociale, in qualità di presidente, “esperto in informazione sociale e sanitaria”, Attilio Pedenzini, dipendente del Servizio Politiche sanitarie e per la non autosufficienza, “esperto in informazione sociale e sanitaria” e Laura Castegnaro, direttore dell’Ufficio Innovazione e valutazione del Servizio Politiche sociali, “esperta in materia sociale”. Alessandra Odorizzi, funzionaria del Dipartimento Salute e solidarietà sociale, svolgerà le funzioni di segretaria della commissione.
L’incarico avrà un durata di 12 mesi, eventualmente prorogabile di altri 24 mesi, con importo a base di gara con trattativa privata di 62.970 euro lordi annui.
Sindacato dei giornalisti e Gruppo Uffici Stampa del Trentino Alto Adige hanno, infatti, espresso la propria preoccupazione in merito al concorso che fissa paletti per l’assunzione di una figura professionale, senza tenere conto delle indicazioni espresse dal Sindacato dei Giornalisti. Indicazioni finalizzate a garantire la massima trasparenza e le migliori garanzie sia per la pubblica amministrazione, sia per i giornalisti che partecipano al concorso.
In particolare, il Sindacato dei Giornalisti del Trentino Alto Adige ed il Gus ricordano come il concorso dovrebbe lasciare aperte le porte al maggior numero possibile di persone di comprovata esperienza e professionalità, iscritte all’albo come professionisti o pubblicisti, mentre il bando in oggetto individua caratteristiche che limiterebbero la scelta a un numero ristrettissimo di soggetti.
A giudizio del Sindacato guidato dal segretario Stefan Wallish, “la scelta di mettere come criterio fondamentale “l’avere realizzato direttamente ed in proprio servizi di informazione e comunicazione nel settore dell’immigrazione, in materia sociale, interculturale ed interreligiosa di importo complessivo non inferiore a 100mila euro al netto di Iva e Inpgi”, se confermata, “appare singolare. Allo stesso modo, non si capisce per quale ragione si prediliga l’aspetto economico della precedente attività del candidato a scapito di oggettivi criteri di merito”.
Inoltre, il bando individua una Commissione aggiudicatrice dove è totalmente assente la figura professionale del giornalista, mentre sarebbe auspicabile che, soprattutto per un concorso pubblico, sia presente, come previsto dal bando virtuoso elaborato dalla Fnsi, almeno un giornalista professionista, preferibilmente il presidente dell’Ordine regionale.
Sulla vicenda si registra anche un’interrogazione del consigliere provinciale della Provincia Autonoma di Trento, Claudio Cia (Agire), nella quale rileva subito che “viene da sorridere, per non dire da piangere, nell’apprendere che la Giunta provinciale ha nominato tre componenti della commissione che dovrà scegliere un giornalista professionista, su una rosa di cinque auto candidature poi ridotte a tre, per affidargli il servizio di ufficio stampa”.
Nell’annunciare che nei prossimi giorni farà pervenire, in busta chiusa, alle redazioni dei giornali il nominativo che rientra negli «stringenti» criteri stabiliti: “talmente stringenti e limitati che sembrerebbero essere ritagliati su misura per qualcuno”.
“La domanda – taglia corto Claudio Cia – sorge spontanea: quanti sono i giornalisti professionisti in Trentino che rientrano in questa categoria? Crediamo pochi, dal momento che gli altri criteri restringono ancora più il campo: professionista da almeno 10 anni, esperienza di almeno 5 anni nella realizzealizzazione giornalistica di produzioni radiotelevisive, con particolare riferimento alla divulgazione dell’accesso ai servizi pubblici, oltre che una ulteriore esperienza di almeno 5 anni nell’attività di informazione e comunicazione presso enti pubblici o privati. Manca giusto il numero di scarpe”. (giornalistitalia.it)

Un commento

  1. Ormai in Italia non ci facciamo mancare niente. Con tutti i giornalisti disoccupati e di provata esperienza che ci sono riescono a tirare fuori dal cilindro anche questa. Complimenti…

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