Antony Muroni: “Non ci saranno agiografie o passerelle per amici veri o improvvisati”

Addio Giorgio Pisano, un pezzo de L’Unione Sarda

Giorgio Pisano (Foto L’Unione Sarda)

Giorgio Pisano (Foto L’Unione Sarda)

CAGLIARI – Giornalismo sardo in lutto per la scomparsa di Giorgio Pisano, storico inviato ed ex vicedirettore del quotidiano L’Unione Sarda, per il quale curava ancora una rubrica. È morto stanotte all’età di 66 anni.
Nato il 16 luglio 1945 e residente a Cagliari, era giornalista professionista iscritto all’Ordine della Sardegna dal 11 novembre 1975. Da qualche anno in pensione, ha allevato una generazione di cronisti insegnando loro i valori veri di una professione che deve attenersi sempre alla verità dei fatti e, soprattutto, deve dare voce soprattutto a chi non ne ha. Pisano ha, infatti, realizzato memorabili interviste a personaggi completamente sconosciuti che, con le loro testimonianze, hanno indotto i lettori dell’Unione Sarda a riflettere su importanti questioni della vita quotidiana.
Autore di diversi libri, nel 2014 ha vinto il premio Alziator con  il volume “La verità imperfetta” edito da L’Unione Sarda, che rilegge un fatto di cronaca degli anni Cinquanta.
“Oggi per L’Unione Sarda è giorno di lutto grande”, ha commentato il direttore de L’Unione Sarda, Antony Muroni, il quale ricorda che “Giorgio Pisano non amava la retorica degli addii e non sopportava ipocrisia e opportunismo, dunque – cercando di dare un esempio che mi auguro venga imitato – tengo per me i ricordi personali, come avrebbe fatto lui. Del resto, chi deve sapere, sa”.
“Come direttore – aggiunge Muroni – dico che perdiamo un punto fermo per certi versi insostituibile. Si può dire, pur fuggendo la retorica, che oggi finisce un’era. Nei tre anni della mia direzione è stato un collaboratore leale e spesso mi ha dato consigli preziosi, in particolare ho apprezzato la sua umiltà, la sua disponibilità a scrivere venti righe oppure una pagina intera, nella convinzione che anche in venti righe si potessero raccontare delle verità. Appena diventato direttore gli chiesi se intendeva continuare a collaborare. Mi disse: ti chiedo solo di non censurarmi mai”.
“Per volontà sua e della famiglia – sottolinea il direttore dell’Unione Sarda – non ci saranno agiografie o passerelle per amici veri o improvvisati: sul giornale di domani ricorderemo il giornalista e l’uomo in maniera rigorosa, da cronisti”. (giornalistitalia.it)

Ordine e Assostampa: “Perdiamo un cavallo di razza”
CAGLIARI – Ordine dei giornalisti della Sardegna e Assostampa Sarda salutano con rimpianto e ammirazione Giorgio Pisano, inviato speciale e vicedirettore dell’Unione Sarda, maestro di cronaca e di rigore per moltissimi colleghi, amico sincero dei lettori. Giorgio è stato un giornalista esemplare, capace di pagare in prima persona scelte umane e professionali cristalline anche nei momenti più cupi che l’editoria sarda ha conosciuto, sempre disposto a mettere talento e cultura a disposizione dei suoi colleghi e del suo giornale. La nostra informazione perde un cavallo di razza, generoso e insofferente. Ci lascia un’eredità brillante e pesantissima da raccogliere: il suo esempio.

L’Unci piange l’ultimo “figlio” del maestro Vittorio Fiori
CAGLIARI – L’Unione Nazionale Cronisti Italiani “piange la scomparsa di Giorgio Pisano e partecipa al dolore dei suoi familiari”. Cronista formato in un’epoca che non c’è più. Firma di punta dell’Unione Sarda, avrebbe potuto regalare il suo talento a palcoscenici più vasti di quello regionale, come gli era stato chiesto più volte, se il legame con la famiglia, la sua terra e in particolare con la sua città, Cagliari, non avessero avuto il sopravvento in una personalità senza fronzoli che non ha mai inseguito l’ambizione.
Ultimo “figlio” di un grande maestro del giornalismo sardo, Vittorino Fiori, era un cronista che badava solo alla verità e alla semplicità. In prima linea, giovanissimo, all’epoca in cui la cronaca, in Sardegna, era ancora quella dei sequestri di persona e il lavoro era fatto di suole da consumare, di buone informazioni e dirette.
Detestava i formalismi e aveva chiesto agli amici che gli risparmiassero un coccodrillo e il funerale. Schietto, indipendente, amato o odiato. Anche dopo la pensione, sei anni fa, non era stato capace di lasciare del tutto la cronaca. In una rubrica dell’Unione, intitolata “Non ci sto”, aveva continuato a raccontare Cagliari e la Sardegna. Preciso, asciutto, profondo, non dimenticava lo spazio per un sorriso garbato e intelligente. Una penna leggera e dura. Un esempio di un mestiere che ha amato, forse, più di sé stesso.

 

 

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