ROMA – Un dolore grande. Una tristezza immensa. Ci ha lasciati un giornalista di talento, umile fino all’inverosimile, che ha sempre lavorato con tenacia, dolcezza e rigore intransigente. Un uomo di profonda fede, sempre alla ricerca dei valori sinceri dell’anima e della vita. Un cristiano inquieto mai incline al pensiero comodo.
Un testimone umile e permanente del vangelo, per una Chiesa in cammino e per un giornalismo che non si accontenta delle false verità o di quelle propagandate per coltivare interessi di parte o sviluppate per sostenere la propria vanità.
Lontano da tutto questo, Carlo Di Cicco è stato un uomo e un giornalista che ha ragionato sempre con libertà di coscienza e rigoroso ancoraggio ai principi fondamentali della sua formazione cristiana e sociale: sempre così, dalle Acli, all’obiezione di coscienza, alla vita professionale intensa all’Asca, per concludere ai vertici dell’Osservatore Romano, vice dell’allora direttore Giovanni Maria Vian e continuare poi con il passo costante nelle collaborazioni sui temi ecclesiali e sociali, sulle sfide della cristianità oggi, con Tiscali News e il Tink Tank “Riparte l’Italia”: “Ecco cosa rivela l’autobiografia di Papa Francesco | L’analisi del vaticanista Carlo Di Cicco” è uno degli ultimi approfondimenti proposti da Carlo pochi giorni prima Pasqua.
Interessantissimi i suoi volumi estranei a correnti di pensiero da cassetta facile. Molto significativo il volume “Ratzinger – Benedetto XVI e le conseguenze dell’amore” (Edizioni Memori): «In tutti i modi – ha scritto Di Cicco nel 2012 – Benedetto XVI ha cercato di disincagliare la barca di Pietro e rimetterla in piena navigazione. In parte è stato compreso, ma la sua predicazione dell’amore è rimasta per buona parte epidermide e servirà, forse, nel prossimo futuro». Parole profetiche – commentò Gianfranco Astori, allora direttore dell’Asca – verso un «Papa innovatore che ha aperto alla Chiesa della speranza».
Un malore ha interrotto il lavoro di Carlo Di Cicco quattro giorni fa. Oggi la morte all’età di 79 anni. Piango, con i colleghi che più lo hanno avuto vicino e con la famiglia, un uomo e un amico, avendo avuto il privilegio di averlo conosciuto e averne apprezzato, continuamente ancora recentissimamente, sapienza, rigore, generosità, amicizia. Ai familiari le più sentite condoglianze. Riposa in pace, Carlo. (giornalistitalia.it)
Franco Siddi