Con un grande abbraccio amici e colleghi hanno salutato per sempre il giornalista

Addio Camillo Galba, sarai sempre nei nostri cuori

La tumulazione di Camillo Galba, ieri nel cimitero di Rivergaro

La tumulazione di Camillo Galba, ieri nel cimitero di Rivergaro

RIVERGARO (Piacenza) – Con un ideale, grande e caloroso abbraccio, Rivergaro ha dato l’estremo saluto ad uno dei suoi figli più amati: il giornalista Camillo Galba, strappato alla vita, a soli 57 anni e in appena quaranta giorni, da un male inesorabile. Un paesino di circa seimilacinquecento abitanti, Rivergaro, nella media Val Trebbia, in provincia di Piacenza, cui Camillo era molto legato perché con il fratello Emanuele vi aveva trascorso gli spensierati anni dell’infanzia e della gioventù, andando spesso a trovare i nonni paterni, e nel quale, dal 1981 al 1990, è stato anche assessore alla cultura e alla pubblica istruzione.
Nella Chiesa di Sant’Agata, ieri mattina, con il figlio Filippo e la famiglia, a rendergli omaggio c’era, non a caso, tutto il paese. Dalle autorità ai semplici cittadini, che in lui hanno sempre trovato non solo un punto di riferimento, ma un amico sincero. E, accanto a loro, a cominciare dal direttore Gaetano Rizzuto, i colleghi del suo giornale, il quotidiano Libertà, nel quale Camillo era stato assunto nel 1981 e per il quale era attualmente vice caposervizio del settore interni ed esteri. Rizzuto, con profonda commozione, in chiesa ne ha commemorato la figura, sottolineandone la straordinaria virtù di trovare sempre la soluzione al problema senza clamori o sofismi.
Camillo, ha ricordato il direttore della Libertà, era stimato e apprezzato sia dagli editori (la famiglia Prati-Ronconi), che gli hanno sempre riconosciuto correttezza e concretezza nell’affrontare i problemi del giornale, sia dai colleghi per i quali è sempre stato strenuo difensore. Li rispettava a tal punto da preoccuparsi sempre, con largo anticipo, di organizzare al meglio le cose quando doveva assentarsi per partecipare alle attività sindacali a Roma.
C’erano, naturalmente, anche i colleghi del sindacato dei giornalisti, che Camillo ha sempre amato e per il quale ha speso gli anni migliori della propria vita. Con in testa il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, che, dopo Rizzuto, ha preso la parola in chiesa per tributargli, con profonda e sentita commozione, il ringraziamento di tutti i giornalisti italiani.
Accanto a Siddi e al presidente della Fnsi, Giovanni Rossi, c’erano, tra gli altri, i componenti della Segreteria Carlo Parisi, Luigi Ronsisvalle e Daniela Stigliano, il componente della Giunta Esecutiva Fabio Morabito, il presidente dell’Associazione Stampa Emilia Romagna, Serena Bersani, i consiglieri nazionali della Fnsi, Marco Gardenghi e Marcello Zinola, il vicepresidente della Casagit, Carlo Gariboldi, il presidente della Commissione Parti Opportunità, Lucia Visca, l’ex presidente dell’Ungp, Ino Iselli.
Finita la messa, un lungo corteo ha accompagnato il feretro a piedi, per alcuni chilometri, fino al cimitero di Rivergaro. Da oggi Camillo Galba riposa nella tomba di famiglia, accanto al padre Fernando ed alla mamma Maria Carla Cavanna. Una tomba scavata nella terra. In quella terra che se l’è ripreso troppo presto, lasciandoci tutti increduli e sgomenti.

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