2000 giornalisti da tutta Italia e lui li mette in cerchio: ecco come si svolge il casting

Rocco Casalino e il colloquio a Cinque Stelle

Rocco Casalino

Rocco Casalino

ROMA – Quando entra nello studio al secondo piano di via Staderari, a pochi metri dal Senato, Rocco Casalino indossa un completo scuro e la sua cravatta azzurra prevarica subito il resto dell’abbigliamento. Casalino non è più quello che girava con le mutande al vento, prima nella casa del Grande Fratello, poi sull’Isola dei famosi. Il reality ha fatto spazio alla politica. Nella sua vita sono entrati Casaleggio, Grillo, Di Maio e tutto il Movimento Cinque stelle.
Dentro quella stanza lo aspettano dieci giornalisti che arrivano da tutta Italia. È uno dei tanti colloqui che Casalino sta facendo da giorni per individuare i trenta giornalisti che cureranno la comunicazione del gruppo parlamentare pentastellato.
Sciorina il curriculum, Casalino, ma della tv e del misterioso master americano nessuna traccia. E nessuno dei dieci giornalisti in cerca di un posto osa domandare dei suoi studi made in Usa.
«Ho curato la comunicazione della campagna elettorale di Luigi Di Maio – dice l’ex inquilino della casa del Grande Fratello, oggi giornalista professionista iscritto all’Ordine della Lombardia dal 15 gennaio 2007 – e ora guiderò quella della Camera». Poi domanda se i dieci nella stanza siano tutti giornalisti. «Chi ha inviato il curriculum per lavorare con i social – specifica – deve fare un colloquio a parte».
In un momento storico in cui ai giornalisti viene chiesto di fare qualunque cosa, la separazione che i Cinquestelle fanno tra informazione e comunicazione sembra rassicurante.
Sono arrivati qui a Roma quasi duemila candidati e Casalino li vuole vedere tutti personalmente. Cinque o sei colloqui al giorno, da giorni. E si andrà avanti finché non saranno eletti i presidenti di Camera e Senato. Se hai superato la prima ghigliottina, i devoti di Rousseau ti ricontatteranno. Se non avviene, vuol dire che il curriculum è finito nella cesta degli scartati.
Si sta seduti in cerchio. Tutto sommato la situazione sembra essere meno peggio di quanto si è letto su molti giornali. Anche se il dubbio che il clima sia cambiato proprio grazie agli articoli usciti sulla stampa rimane. Anche perché Casalino non nega di dover stare attento a come parla perché «in questa stanza siamo tutti giornalisti».
Al via le domande. Che facciamo se non ci affidano il governo? Come si comunica un accordo con la Lega piuttosto che con il Pd? E come possiamo dire che vogliamo la presidenza della Camera senza far passare il messaggio che siamo attaccati alle poltrone? La platea risponde. E qui scatta, anche involontariamente, la competizione tra colleghi: perché non facciamo così? Oppure si potrebbe dire che…
Dieci giornalisti per volta che usano il “noi” riferendosi a loro e al Movimento Cinque stelle. E anche chi, dieci minuti prima di conoscere Casalino, era refrattario alle proposte di Di Maio e soci cambia subito idea.
Si è scritto che Casalino mette soggezione con le sue domande, ma va anche sottolineato come siano gli stessi giornalisti a far scattare la competizione tra loro. L’obiettivo: farsi notare per superare il casting ed entrare nel Parlamento dei famosi. Tanti pensano solo a questo, sorvolando su ideologie e pensiero, ma non tutti.
Le riflessioni fioccano: si fa questo colloquio di massa perché il mercato editoriale è diventato sempre più escludente e ad inviare il curriculum sono giornalisti di ogni genere. Da chi ha guidato una redazione più o meno grande a chi si occupa di auto e moto. Poi ci sono anche tanti attivisti del Movimento: qualcuno ha perso le Parlamentarie online, altri ricoprono già incarichi nelle realtà locali pentastellate.
Il colloquio scivola via in un’altra stanza dove viene chiesto ai candidati di scrivere un post che sarà pubblicato sul Blog delle stelle. Il primo giorno alla Camera piuttosto che quello al Senato, il primo giorno di Di Maio premier o l’esclusione dal nuovo governo. Dodici, al massimo quindici righe scritte a penna su un foglio di carta riciclata. Riciclata dal gruppo di Italia dei valori. Valori che sono costretti a cambiare in base alle esigenze politiche o perché la professione giornalistica offre sempre meno spazi. (giornalistitalia.it)

I commenti sono chiusi.