Martedì il Cda per la nomina del successore di Campo Dall’Orto: nulla è scontato

Rai, lotteria per il dg di transizione

Paolo Del Brocco

Paolo Del Brocco

Nino Rizzo Nervo

Nino Rizzo Nervo

ROMA – Ufficialmente sono 7-8 i nomi in corsa per la nomina a direttore generale della Rai, ma non si esclude la sorpresa dell’ultima ora che sparigli il lotto dei “papabili” confermando la linea autonoma scelta dal Consiglio d’amministrazione. Tra i favoriti spicca il nome di Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema, che piace a Maurizio Gasparri e non dispiace al sottosegretario Antonello Giacomelli, ma trovano consensi e appoggi anche Claudio Cappon, Nicola Claudio, Antonio Di Bella, Luciano Flussi, Mario Orfeo e Nino Rizzo Nervo, consigliere del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, al quale vengono unanimemente riconosciuti esperienza e capacità umane e professionali. Ma circolano anche i nomi di Giancarlo Leone e Mario Masi e, in tal caso, si tratterebbe di un illustre ritorno.
Quel che è certo è che il nuovo direttore generale avrà una scadenza precisa e alquanto vicina (il 5 agosto 2018) e uno stipendio annuo che deve rispettare il tetto dei 240mila euro nel rispetto dell’articolo 9 della legge 198 del 26 ottobre 2016.
Il Consiglio di amministrazione della Rai tornerà, infatti, a riunirsi martedì prossimo per procedere alla nomina del successore di Antonio Campo Dall’Orto, con il quale l’azienda di viale Mazzini ha raggiunto un accordo per la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro che prevede, tra l‘altro, la rinuncia a qualsiasi tipo di trattamento economico ulteriore oltre la data stabilita come ultimo giorno di lavoro, anche se il dg uscente ha offerto la disponibilità di garantire al suo successore ogni elemento utile a favorire una transizione più fluida e fruttuosa possibile.
Da approfondire e definire anche gli aspetti per i quali, il 1° giugno scorso, il Cda ha aperto la discussione: la prima ipotesi di griglia applicativa per la policy di autoregolamentazione scaduta il 2 giugno e l’apertura di una fase negoziale per il rinnovo dei contratti che tenga conto prioritariamente  della prospettiva di innovazione e qualificazione del lavoro nell’ambito del servizio pubblico. (giornalistitalia.it)

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