La Corte Ue: “I motori di ricerca responsabili dei dati personali pubblicati da terzi”

Privacy on line: l’Europa dà torto a Google

BRUXELLES (Belgio) – “Il gestore di un motore di ricerca su Internet è responsabile del trattamento dei dati personali pubblicate sul web da terzi”: così i giudici della Corte di Giustizia europea in merito alla causa intentata nel 2010 da un cittadino spagnolo, Mario Costeja González, contro Google.
“Nel caso in cui – dicono i giudici -, in seguito ad una ricerca effettuata partendo dal nome di una persona, l’elenco di risultati mostri un link verso una pagina web che contiene informazioni sulla detta persona, questa può rivolgersi direttamente al gestore per sopprimere il collegamento”.
“Qualora il gestore non dia seguito alla domanda, – spiegano i togati della Corte Ue – la persona può adire le autorità competenti per ottenere, in presenza di determinate condizioni, la soppressione di tale link dall’elenco di risultati”.
Tuttavia, poiché la soppressione di link dall’elenco di risultati potrebbe, a seconda dell’informazione, avere ripercussioni sul legittimo interesse degli utenti di Internet, la Corte di Giustizia constata che occorre ricercare un giusto equilibrio tra questo interesse e il diritto al rispetto della vita privata e il diritto alla protezione dei dati personali.
“Si tratta di una decisione deludente per i motori di ricerca e per gli editori online in generale. Siamo molto sorpresi che differisca così drasticamente dall’opinione espressa dall’Advocate General Ue e da tutti gli avvertimenti e le conseguenze che lui aveva evidenziato. Adesso abbiamo bisogno di tempo per analizzarne le implicazioni”: è il commento di un portavoce di Google.

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