Moles: “Ha prevalso la comunicazione, spesso propagandistica. Risultato? L’incertezza”

Pandemia e fake news: “Ci vuole più informazione”

Giuseppe Moles, sottosegretario all’Editoria

ROMA – Durante il primo anno di pandemia «abbiamo assistito alla supremazia assoluta della comunicazione sull’informazione. Io direi sulla corretta informazione». Ad affermarlo, il sottosegretario alla Presidenza con delega all’Editoria, Giuseppe Moles, intervenendo, oggi a Palazzo Giustiniani a Roma, alla presentazione del primo Rapporto Ital Communications-Censis, “Disinformazione e fake news durante la pandemia: il ruolo delle agenzie di comunicazione”.
«Con il mondo del web e con Internet – afferma il sottosegretario – tutto ciò che da noi è considerato fake news, spesso diventa credibile. È un circuito vizioso che si autoalimenta e aggiunge informazioni che sembrano essere a conferma, nonostante non si sappia dove nascano, chi l’abbia raccolte e rilanciate».
Il ruolo delle piattaforme social, ancor più con l’emergenza pandemica, «pone una serie di questioni giuridiche, tecnologiche e sociali». Oltre che, elenca Moles, «di rischi per tutte le democrazie. È di iniziativa parlamentare la creazione di una commissione di inchiesta sulle fake news – prosegue –. Io però sostengo la necessità, soprattutto oggi, che ci sia da parte di tutti gli operatori del settore, nessuno escluso, una forma di autoregolamentazione. Che può avvenire grazie alla professionalità dei singoli e che a sua volta passa anche attraverso una sorta di incentivo a questo tipo di formazione e di professionalità. Il ruolo dei comunicatori anche in questo caso è fondamentale» per garantire, aggiunge il sottosegretario, «il diritto dei cittadini a essere correttamente informati, in modo chiaro e autorevole, direi quasi certificato».
Quanto all’Italia nel periodo della pandemia, rilancia Moles, «la predominanza della comunicazione, spesso comunicazione politica e propagandistica più che istituzionale, ha determinato per lungo periodo l’assoluta e totale incertezza dei cittadini e dall’incertezza si è passati allo sgomento. Anche io da cittadino ho subìto questa confusione. Lo dico brutalmente: non si sapeva più a chi credere».
Oggi, conclude Moles, «un primo passo avanti si è fatto con il nuovo tipo di comunicazione attuata da questo Governo. Siamo passati dalle conferenze stampa via social in orari prestabiliti, senza confronto, a un’informazione più chiara e concreta. In molti consigliano al presidente Draghi di fare un po’ più di comunicazione e quindi di informazione. Credo che pian piano, a prescindere dalla natura caratteriale del presidente Draghi, si andrà verso questa direzione».
Concetti, quelli ripresi da Moles nel suo intervento, ampiamente descritti nel Rapporto redatto da Censis e Ital Communications: «L’informazione durante la pandemia – si legge nel Rapporto – non ha solo generato confusione e alimentato la paura: ulteriore effetto negativo e assai pericoloso della bulimia comunicativa da coronavirus è stato la proliferazione incontrollata di bufale e fake news, in alcuni casi veicolate anche da personalità politiche di rilievo mondiale. Talvolta si è trattato di notizie evidentemente false, che al massimo hanno suscitato qualche risata, ma nella maggioranza dei casi sono state notizie che hanno circolato come fossero vere e che hanno avuto seguito e ripercussioni aumentando l’allarme sociale, diffondendo la convinzione che le misure che si stavano prendendo non fossero quelle giuste, spingendo ad adottare comportamenti autolesionistici».
«Regno incontrastato del fake – evidenzia il Rapporto – è stata la rete, dove è più facile che circolino notizie non controllate, poco attendibili, autoprodotte, per divertirsi o per generare il panico. Sono 29 milioni (il 57,0% del totale) gli italiani che durante l’emergenza sanitaria hanno trovato su web e sui social media notizie che successivamente si sono rivelate false o sbagliate su origini, modalità di contagio, sintomi, misure di distanziamento o cure relativi a Covid-19». (giornalistitalia.it)

LEGGI E SCARICA: Il Rapporto Ital Communications-Censis_def

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