Degrado, veleni, silenzi e proteste rimaste inascoltate sul corso d’acqua di Frosinone

Maurizio Lozzi, libro-inchiesta sul fiume Sacco

Maurizio Lozzi

ROMA – L’ultimo libro del giornalista Maurizio Lozzi è interamente dedicato al fiume di Frosinone, il fiume Sacco, che è il territorio dove Lozzi vive praticamente da sempre, e che secondo il giornalista sarebbe ormai gravemente compromesso da veleni di ogni tipo.
Il titolo è “Un Sacco di silenzi. L’agonia di un fiume lasciato morire”, edito da Leandro&Partners, e con cui Lozzi racconta le mille proteste inutili per ridare al fiume la sua antica bellezza e soprattutto la sua originaria purezza.
– Lozzi che storia racconta?
«La storia del nostro fiume, il Sacco, che è una storia davvero molto triste, emblematica, per certi versi anche vergognosa e allarmante. Di degrado profondo, e di abbandonai e silenzi istituzionali gravi».

La schiuma bianca nel fiume Sacco provocata da elementi chimici derivanti da detergenti ed emulsionanti (Foto FrosinoneToday)

– Come nasce l’idea di questo suo nuovo saggio?
«Arriva un momento nella vita, in cui far finta di niente o addirittura tacere lo senti come una colpa. Osservando il sistematico stupro dell’ambiente in cui si vive, e parlo di me, da cittadino curioso avrei potuto spingermi alle solite chiacchiere da bar, ma da giornalista ho avvertito il bisogno e il dovere di cercare di far luce, indagare e raccontare, per come la vedo. Un dovere civile, una sfida morale, insomma un obbligo al quale, personalmente, non mi sono potuto sottrarre.
Ecco perché, silenziosamente in tutti questi anni, mi sono dedicato a questo libro-inchiesta sull’agonia della Valle del Sacco, su cui troppi purtroppo negli anni hanno preferito non dire o peggio ancora voltarsi dall’altra parte. Non cerco plausi né benemerenze, spero solo che questa denuncia alla fine torni utile all’ecosistema e all’ambiente che ci circonda».

Il fiume Sacco

– Possiamo chiamarlo libro-inchiesta?
«Certamente questo libro inaugura la collana Librinchiesta di questo editore nazionale che lo ha pubblicato, e nei fatti è una inchiesta, tutta documentata, dall’inizio fino alla fine, che inizia dal 1947 e arriva fino ai giorni nostri».
– È vero che in difesa del fiume aggredito da mille sostanze nocive non si è mai mosso nulla?
«Da allora ad oggi, solo silenzi sui pericoli reali che racconto nel mio libro. Troppe chiacchiere anche senza fatti concreti. Mai come in questa vicenda, il silenzio è stretto parente dell’omertà, che in questa occasione e in questa fase in troppi hanno scelto di condividere».

Maurizio Lozzi

– Da quanto tempo è pronto il libro?
«Era già pronto per i miei 60 anni, poi il covid di mezzo e la pandemia mi hanno fermato per due anni, e ora che tutto sembra andare per il meglio ho deciso di darlo alle stampe».
– Compleanno saltato però?
«In compenso festeggio con questo libro d’inchiesta 30 anni di iscrizione all’Ordine. Un grande onore».
Maurizio Lozzi, consigliere pubblicista dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, è nato sotto il segno della radio. Pioniere e direttore delle prime radio libere laziali, ha curato la redazione regionale del network Italia Vera – La radio doc, è stato cronista per diverse testate locali e collaboratore del quotidiano web Pagina 99. Sociologo e docente universitario a contratto, è dottore di ricerca in Scienze Politiche e da 30 anni si occupa a tempo pieno di comunicazione. (giornalistitalia.it)

Pino Nano

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