Finisce un incubo, dopo 7 mesi, per il pubblicista napoletano Roberto Ruju

Assolto il giornalista accusato di stupro

Roberto Ruju

Roberto Ruju

NAPOLI – È la fine di un incubo per Roberto Ruju, giornalista pubblicista di Napoli, arrestato e incarcerato nel novembre dell’anno scorso con l’accusa di violenza sessuale. Un calvario finito ieri per Ruju, 36 anni, dipendente di un’agenzia immobiliare: è stato assolto dall’accusa di aver molestato una studentessa il 15 novembre 2014 nel portone di un fabbricato di via Marchese Campodisola.
Una brutta vicenda, quella che ha visto protagonista il pubblicista napoletano: Ruju era stato riconosciuto dalla vittima. “La studentessa – scrive oggi Il Mattino – aveva detto che il bruto aveva lasciato delle tracce di liquido seminale sulla borsa. Ruju aveva subito chiesto l’esame del Dna, ma le analisi hanno dimostrato che sull’accessorio non c’era alcuna traccia di sperma”.
Fondamentali, poi, sarebbero state le telecamere posizionate nella zona che avrebbero evidenziato parecchie incongruenze tra quanto dichiarato dalla giovane a proposito del suo aggressore e l’abbigliamento, occhiali compresi, di Ruju, completamente diversi. Qualche settimana fa, inoltre, l’ultimo “colpo di scena”: “La parte civile, ovvero la difesa della vittima – ha fatto sapere l’avvocato del giornalista, Maurizio Lojacono, ha rinunciato ufficialmente a costituirsi contro il giovane: ‘È vero che vogliamo un colpevole, ma quello vero’”.
La sentenza di ieri ha, dunque, chiuso dunque un capitolo devastante per il 36enne napoletano: “Quando mi hanno fermato – racconta a Il Mattino Roberto Ruju – non ho capito nemmeno che cosa stesse succedendo, solo dopo molte ore ho saputo che ero accusato di aver molestato una ragazza. E allora ho invitato gli agenti che mi avevano portato in Questura a verificare le tante telefonate che avevo fatto quella sera, le immagini che avevo scattato con il cellulare. Ho chiesto subito le indagini del Dna. Tutto inutile. Sono rimasto in carcere venti giorni, poi sette mesi ai domiciliari. E adesso ho paura di tutto, anche di uscire da solo di casa”. Paura a parte, “ora rivoglio la mia vita”.

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