Specializzata nel giornalismo scientifico, da 30 anni autrice e conduttrice in Rai

Addio a Rossella Panarese, voce storica di Radio 3

Rossella Panarese

ROMA – È venuta a mancare nella notte Rossella Panarese, una delle colonne del giornalismo e della divulgazione scientifica in Italia, autrice, curatrice e conduttrice di Radio Tre Scienza, storica trasmissione di Radio Rai. Aveva legato al suo nome la divulgazione radiofonica sin dagli anni Novanta, con programmi come Palomar e Duemila, ma soprattutto da una sua idea nacque circa venti anni fa il programma di approfondimento quotidiano di via Asiago, ancora oggi in programmazione.

Rossella Panarese

La morte fa seguito a una lunga battaglia contro il tumore della quale neppure tutti i suoi colleghi e collaboratori sapevano, tanta era la discrezione e il riserbo con la quale l’ha condotta: gli stessi atteggiamenti che peraltro caratterizzavano tutta la vita privata e professionale di Rossella, della quale il garbo e la buona educazione erano i primi tratti che colpivano chi la conosceva e aveva la fortuna di frequentarla. Ma sotto questa apparenza mite si nascondevano una donna e una professionista di grandissima decisione, il cui piglio è del resto ben chiaro a chi l’ha conosciuta e apprezzata nella conduzione, in voce e dietro le quinte, di un programma che ha davvero tenuto il filo della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica in Italia. Era inoltre docente e collaboratrice dell’Università la Sapienza di Roma e della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste. Aveva firmato la voce Comunicazione della scienza per la Treccani.
Adesso la principale preoccupazione dei suoi collaboratori è quella di proseguire il lavoro fin qui portato avanti in modo degno. «Pensavamo a Rossella Panarese ogni volta che avevamo bisogno di un parere giusto, di una soluzione intelligente. Il suo equilibrio e il suo entusiasmo costruttivo ci proteggevano dalla tentazione dello sconforto e della noia. Dava senso al nostro essere Noi, e gliene siamo grati». Con queste parole via Twitter i colleghi di Rai Radio3 hanno detto addio alla loro autrice e conduttrice, che in qualche modo li ha indirizzati invitandoli, nelle ultime riunioni telefoniche alle quali ha potuto partecipare, a preoccuparsi di essere sempre più vicini ai sentimenti, ai pensieri e ai dubbi riguardo alla scienza della gente comune, che questa pandemia ha reso ancor più confusa e smarrita.

Rossella Panarese

Chi scrive può ricordarla, tra l’altro, come conduttrice di un’edizione del Premio di Divulgazione Scientifica organizzato dalla Associazione Italiana del Libro presso la sede del CNR: un’esperienza nella quale, per una volta in più, abbiamo tutti avuto l’occasione di constatare la grande professionalità e la grande simpatia di Rossella, tanto che alla fine di quell’edizione fummo tentati di derogare dalla norma di cambiare conduttore ogni anno per confermarla anche nell’edizione successiva.
Ricordo, inoltre, con grande nostalgia una cena nella quale, pur con la grande discrezione che la caratterizzava, non riuscì a nascondere qualche rammarico per una carriera professionale brillante ma non adeguatamente contrassegnata dai riconoscimenti che pure avrebbe meritato. E soprattutto resta nel ricordo la grande apertura mentale, l’istintiva disponibilità, l’assoluta mancanza di pregiudizi e preconcetti con la quale molti anni fa accolse il nuovo capo ufficio stampa del CNR, che non giungeva da un percorso di giornalismo scientifico canonico: fu l’inizio di un rapporto di colleganza e, credo di poter dire, di stima del quale vado fiero.
Nel loro dolore, i colleghi di Radio Tre Scienza – già colpiti dalla recente scomparsa di Pietro Greco – sono confortati dall’enorme mole di messaggi giunti loro, dall’esplosione di affetto registrata su web e social, dall’attenzione riservata dai media a questo lutto. Tra i molti, la ricorda il presidente dell’Accademia dei Lincei, Giorgio Parisi. «I Lincei, a cui tante volte ha dedicato la sua attenzione ricordano con rimpianto la grande professionista, la sua curiosità e precisione nella divulgazione al grande pubblico». (giornalistitalia.it)

Marco Ferrazzoli

 

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