Storico cronista di nera e giudiziaria del Resto de Carlino, si è spento a 72 anni

Addio a Roberto Canditi, raccontò l’Italicus

Roberto Canditi (foto: Il Resto del Carlino)

BOLOGNA – Bologna e la grande famiglia del Resto del Carlino piangono la scomparsa di Roberto Canditi, giornalista conosciutissimo in città e non solo, firma storica del quotidiano della Poligrafici Editoriale. Si è spento, a 72 anni, in una camera del reparto di Neurochirurgia dell’ospedale Bellaria, dove era ricoverato per una malattia. Per suo stesso volere, non ci saranno i funerali e verrà cremato.
Per oltre 35 anni alla Cronaca del Carlino, a Bologna, Roberto Canditi ha raccontato, da esperto cronista di nera e soprattutto giudiziaria, la Bologna dei carri armati all’Università, quella dell’omicidio di Francesco Lorusso, del terrorismo, della bomba alla stazione, dell’Italicus, del Rapido 904, della Uno Bianca, dell’aereo sul Salvemini e del delitto Alinovi.
«Sempre in prima fila – scrivono i suoi colleghi sul Resto del Carlino – nei resoconti di manette, di condanne, di assoluzioni e di misteri accesi da mille “sketch”, in aula, con Mario Tuti, Giusva Fioravanti e Francesca Mambro. Insomma un giornalista vecchia scuola, un giornalista vero e puntiglioso».
Non si limitava alla carta stampata, Canditi, che, alla fine degli anni Ottanta aveva condotto per lungo tempo una serie di apprezzate rubriche di medicina su alcune tv locali tra cui “Dica 33” che fece registrare notevole successo.
Nato a Bussi sul Tirino (Pescara), arrivò a Bologna ai tempi dell’Università, iscrivendosi alla facoltà di Fisica. Per arrotondare – raccontano i suoi colleghi – lavorò in una tipografia del centro storico come correttore, poi iniziò a scrivere e bussò alla porta del Resto del Carlino dove fu assunto negli anni Settanta. (giornalistitalia.it)

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