Il giornalista e scrittore premiato per la carriera. Premio Giovani a Mirella Molinaro

A Massimo Fini il Premio Indro Montanelli

Massimo Fini

Massimo Fini

Mirella Molinaro

Mirella Molinaro

FUCECCHIO (Firenze) – È Massimo Fini il vincitore della VII edizione del Premio nazionale di scrittura intitolato a Indro Montanelli: al giornalista e scrittore il Premio alla carriera. Ci saranno anche personalità di spicco come Marco Travaglio direttore de “Il Fatto Quotidiano”, Ferruccio de Bortoli, presidente della Casa editrice Longanesi e fino a pochi mesi fa direttore del Corriere della Sera, Francesco Sabatini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca, e Pierluigi Magnaschi, direttore di ItaliaOggi, sul palco del nuovo Teatro Pacini di Fucecchio per la consegna del riconoscimento, promosso dalla Fondazione Montanelli Bassi, con il patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Fucecchio.
Alla consegna del premio, in programma sabato prossimo, 7 novembre, alle ore 11, Marco Travaglio interverrà per presentare Massimo Fini, dialogando con il vincitore del Premio alla carriera. Di Fini saranno letti anche alcuni brani giornalistici rappresentativi del suo pensiero e della sua scrittura. De Bortoli e Sabatini interverranno in rappresentanza della giuria.
I vincitori del Premio biennale, che viene assegnato alterrnativamente a Milano e a Fucecchio, sono: per il Premio alla carriera, Massimo Fini; per il Premio Giovani, Mirella Molinaro. Vi è, inoltre, una menzione speciale per Valentina Calzavara e Daniele Bellocchio. Per l’edizione 2015 il tema del Premio (Sezione Giovani) era “Giovani: lavoro, innovazione, mobilità”.
La giuria, formata da Francesco Sabatini, Marco Ballarini, direttore della Classe di studi di Italianistica della Biblioteca Ambrosiana di Milano, Ferruccio de Bortoli, Paolo Mieli, presidente di Rcs libri, e Giovanni Sartori, membro dell’Accademia dei Lincei, assegna il premio dando particolare importanza alla qualità e all’originalità della scrittura dei testi.
“Giunti alla settima edizione – commenta Alberto Malvolti, presidente della Fondazione Montanelli Bassi – credo di poter dire che il nostro premio si distingue per la massima libertà con la quale vengono scelti i vincitori, come dimostra anche l’assegnazione del premio di quest’anno a Massimo Fini, giornalista e scrittore polemico e controcorrente, del quale Montanelli apprezzava il coraggio e l’indipendenza. C’è poi da segnalare l’importanza del Premio Giovani, che consiste in 7500 euro, una cifra che va oltre al riconoscimento simbolico e che, per un giovane giornalista, rappresenta anche un incentivo concreto a continuare ad impegnarsi nella professione”.
“Abbiamo l’onore di ospitare a Fucecchio – dice il sindaco Alessio Spinelli – il premio intitolato al nostro concittadino più illustre che non amava particolarmente le cerimonie ma che accoglieva con soddisfazione le manifestazioni di affetto e vicinanza da parte del suo paese e dei suoi amici. Il premio sottolinea ancora una volta l’importanza di un’informazione indipendente, non retorica e dalla parte del lettore, proprio come quella che amava Indro Montanelli che in questo modo ha raccontato il ‘900”.
Oltre ai destinatari del Premio alla carriera e del Premio Giovani, la Fondazione Montanelli Bassi consegnerà un riconoscimento particolare agli studenti del Liceo di Fucecchio (Istituto Checchi) che hanno realizzato una rivista culturale on line dal titolo montanelliano “L’Apote di Fucecchio” (gli ‘apoti’, secondo Prezzolini e Montanelli, che avevano coniato la parola dal greco, erano coloro ai quali “non la si dava a bere”).

I vincitori

Massimo Fini, di padre toscano e madre russa, è nato sul lago di Como il 19/11/1943. Dopo la laurea a pieni voti in giurisprudenza, ha lavorato come impiegato alla Pirelli, copywriter, pubblicitario, bookmaker, giocatore di poker. Arriva al giornalismo nel 1970 all’Avanti, dove segue come cronista i più importanti fatti di criminalità politica di quegli anni (omicidio Calabresi, morte dell’editore Feltrinelli, processo per la strage di Piazza Fontana). Passa quindi all’Europeo e successivamente, nei primi anni ’80, è animatore del mensile di politica e cultura “Pagina” in cui si sono formati alcuni dei più noti intellettuali e giornalisti d’oggi, da Ernesto Galli della Loggia a Paolo Mieli, da Giuliano Ferrara a Pier Luigi Battista a Giampiero Mughini.
Nel 1982 entra al Giorno, come inviato ed editorialista, cominciando una solitaria battaglia contro la partitocrazia. Come inviato viaggia in Europa, negli Stati Uniti, in Unione Sovietica, in Egitto, in Israele, in Libano, in Giordania, nell’ Iran di Khomeini, in Sudafrica.
Nel 1985 rientra all’Europeo come inviato ed editorialista e vi tiene per 11 anni la principale rubrica del giornale, “Il Conformista”. Nel 1992 lascia Il Giorno per L’Indipendente di Vittorio Feltri, che però non segue quando quest’ultimo passa al Giornale di Berlusconi. Attualmente lavora per Il Fatto Quotidiano”, il Gazzettino e dirige il mensile La Voce del Ribelle.
Ha partecipato, insieme a Daniele Vimercati, alla rifondazione del Borghese, storico settimanale fondato da Leo Longanesi. Nel suo deambulare alla ricerca di spazi liberi ha collaborato con quasi 100 testate.
Ha pubblicato: “La Ragione aveva Torto?” (Camunia 1985, ripubblicato da Marsilio in edizione tascabile nel 2004); “Elogio della guerra” (Mondadori 1989 e Marsilio 1999); “Il Conformista” (Mondadori 1990); “Nerone, 2000 anni di calunnie” (Mondadori 1993); “Catilina, ritratto di un uomo in rivolta” (Mondadori 1996); ‘Il denaro, “sterco del demonio“‘ (Marsilio 1998); “Dizionario erotico, manuale contro la donna a favore della femmina”, (Marsilio 2000); “Nietzsche, L’ apolide dell’ esistenza” (Marsilio 2002), “Il vizio oscuro dell’ Occidente” (Marsilio 2003) ; “Sudditi” (Marsilio 2004); “Il Ribelle dalla A alla Z” (Marsilio 2006); “Ragazzo. Storia di una vecchiaia” (Marsilio 2007); “Il dio Thot ” (Marsilio 2009); “Senz’anima” (Chiarelettere 2010); “Il Mullah Omar” (Marsilio, aprile 2011), biografia controcorrente del leader dei Talebani.
E’ stato anche attore e autore dell’opera teatrale “Cyrano, se vi pare” per la regia di Eduardo Fiorillo.

Mirella Molinaro è nata 33 anni fa a Cosenza. Si è laureata nel 2005 in Scienze della comunicazione a Salerno. Giornalista professionista dal 2011, è iscritta all’ordine dei Giornalisti della Calabria. Attualmente è giornalista del sito web www.corrieredellacalabria.it, cronista di nera e giudiziaria e collaboratrice dell’agenzia di stampa “Il Velino Igv”. Collabora saltuariamente con Panorama. Il premio le è stato assegnato per una serie di articoli sul lavoro giovanile pubblicati sul Corriere della Calabria.
Una menzione speciale è stata riservata ai giovani giornalisti Valentina Calzavara e Daniele Bellocchio.

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