Google celebra il rompicapo più venduto al mondo, creato dall’ungherese Rubik

Web: un “doodle” per i 40 anni del Cubo magico

Doodle Cubo magico

ROMA – Non poteva non dedicare un “doodle” all’icona degli anni Ottanta e rompicapo per eccellenza, il “Cubo magico”. O “Cubo di Rubik”, al nome del suo inventore. E, infatti, Google oggi festeggia il compleanno del giocattolo più venduto della storia – “nato” a Budapest in un giorno imprecisato della primavera del 1974 dalla mente di un professore di architettura, Erno Rubik, in cerca di un’esercitazione intellettuale – con un doodle animato che permette di giocare: bisogna rimettere in ordine ciascun colore su una faccia diversa del cubo mentre Google conta il numero delle mosse.
Il cubo più famoso del mondo fu inventato quarant’anni fa dal professor Rubik (artista, oltre che docente di architettura) prima per discutere con i suoi studenti delle caratteristiche degli oggetti tridimensionali e del loro porsi nello spazio e, successivamente, come gioco.
La storia è questa: nel 1974 Rubik insegna design degli interni all’Accademia di arti applicate di Budapest. Vuole creare un sistema che permetta di muovere sezioni indipendenti di un cubo, senza doverlo per forza smontare e rimontare ogni volta.
Trova la soluzione realizzando un cubo le cui facce sono formate da sezioni diverse, agganciate al centro da un meccanismo interno, che possono essere mischiate tra loro. Ma, solo quando scompone il cubo la prima volta e cerca di ricomporlo, Rubik si rende conto di avere inventato un rompicapo.
Il primo cubo non è come quello poi brevettato: è monocolore e di legno, con gli angoli smussati.
 L’anno successivo, dopo le modifiche che lo porteranno a essere tale e quale a quello di oggi, Rubik lo brevetta e affida alla casa produttrice di giocattoli Polithechnika il difficile compito della distribuzione del gioco matematico battezzato “Magic Cube”.
Bisogna comunque aspettare il 1977 per ottenere la prima vendita. Da lì in poi le cose migliorano nettamente, finchè nel 1980 la Ideal Toys Company ne acquista i diritti per l’esportazione oltreconfine e decide di rinominarlo “Cubo di Rubik”.
Il rompicapo diventa famoso al punto che nel 1981 una pubblicazione chiamata “You Can Do The Cube” del dodicenne inglese Patrick Bossert, vende, in un anno, mezzo milione di copie. Nel solo 1982 se ne vendono oltre 100 milioni di pezzi e Rubik diventa il cittadino più ricco del suo Paese.

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