Muzahim Bajaber
WASHINGTON (Usa) — Il Comitato per la Protezione dei Giornalisti (Cpj) chiede l’immediata scarcerazione del giornalista arrestato, il 18 giugno scorso, nel governatorato di Hadramout, nello Yemen centrale, per accuse non specificate.
Il mandato di cattura, esaminato dal Cpj, è stato emesso da un Tribunale Penale Speciale e viola l’articolo 13 della Legge yemenita sulla Stampa e le Pubblicazioni, che protegge i giornalisti dalle sanzioni per aver pubblicato le proprie opinioni, a meno che non violino la legge.
«L’arresto di Bajaber – denuncia Sara Qudah, direttore del Cpj per Medio Oriente e Nord Africa – è l’ultimo esempio del deterioramento della situazione della libertà di stampa nelle aree controllate dal Governo riconosciuto a livello internazionale (Irg). Chiediamo, pertanto, il rilascio immediato di Bajaber e di consentire ai giornalisti di svolgere il loro lavoro senza timore di ritorsioni».
Sara Qudah
Lo Yemen è impantanato nella guerra civile dal 2014, quando i ribelli Houthi hanno conquistato la capitale Sana’a e rovesciato il governo. L’Irg, sostenuto dall’Arabia Saudita, è intervenuto nel 2015 nel tentativo di riportare il governo al potere, ma i giornalisti subiscono gravi minacce nelle aree controllate dagli Houthi, dallo stesso Irg e dal Consiglio di Transizione Meridionale (Stc). Le violazioni, tra cui detenzioni arbitrarie, sparizioni forzate e processi iniqui, vengono perpetrate nella quasi totale impunità»
Bajaber, editore e caporedattore della testata giornalistica indipendente Al-Ahqaf Media Platform, con sede a Hadramout, è stato arrestato dalle forze di sicurezza nella città di Al-Mukalla, controllata dall’org.
In un altro caso, il giornalista Ahmed Maher, arrestato nell’agosto 2022 dalle forze di sicurezza affiliate all’Stc e rilasciato nel gennaio 2025, è stato recentemente oggetto di incitamenti e minacce online. (giornalistitalia.it)
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