Il sottosegretario anticipa i temi degli Stati generali “per riformare il settore”

Vito Crimi: “Così cambieremo l’editoria”

Da sinistra: il sottosegretario all’Editoria, Vito Crimi, e il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte

ROMA – Ci siamo. Domani è un giorno importante: prendono il via gli “Stati Generali dell’Informazione e dell’Editoria”. Un percorso che ci condurrà ad una riforma strutturale del settore, oramai necessaria e non più rinviabile. Un percorso che vedrà la partecipazione di tutti gli attori e le categorie del settore, chiamati a contribuire con idee, suggerimenti e proposte.
L’iniziativa era stata annunciata dal Presidente Giuseppe Conte, nel corso della conferenza stampa di fine anno davanti ai giornalisti. Ed ora la stiamo realizzando.
In tanti, negli anni passati, avevano manifestato l’esigenza di riformare il settore, ma alle parole non si era mai dato seguito con i fatti. È la prima volta che nel nostro Paese viene avviato un percorso come questo. È un’occasione importante, da non perdere. Confido nella collaborazione di tutti, da parte mia c’è la massima disponibilità ed apertura.
Non è una singola giornata, un dibattito apri e chiudi, un tavolo fine a sé stesso. È un percorso duraturo, concreto, partecipato e condiviso, che si snoderà in varie tappe. Lo scoprirete domani, quando presenteremo i dettagli all’apertura dei lavori.
Un percorso che abbiamo fermamente voluto, per riportare al centro di questo fondamentale e strategico settore ciò che da tempo sembra essere dimenticato: i diritti dei cittadini, ai quali sono destinati l’informazione e i prodotti editoriali, e dei lavoratori che operano all’interno della filiera.
Negli ultimi 15 anni lo Stato ha riconosciuto all’editoria contributi pubblici per oltre 4 miliardi di euro. Una cifra importante, ma qualcosa non ha funzionato. Oggi vediamo aziende in crisi, lettori in fuga, giornalisti sottopagati e senza tutele, fake news anche sui media tradizionali, difficoltà ad adeguarsi alla comunicazione che cambia, edicole che chiudono al ritmo di 3 al giorno, autori privati dei loro diritti, fonti di sostentamento dei giornali che si riducono. Ma non dobbiamo guardare al passato e non vogliamo andare a caccia delle responsabilità, che pure ci sono state da parte di tanti.
Ora è tempo di guardare al futuro. Nella teoria dei giochi si parla di “Equilibrio di Nash”, un momento del gioco in cui nessun giocatore ha interesse ad essere l’unico a cambiare: o termina il gioco – e nessuno ha intenzione che questo accada – oppure i giocatori devono agire insieme senza danneggiare o avvantaggiare un giocatore in particolare.
Per questo occorre ridiscutere in modo equilibrato l’intero sistema. E va fatto insieme a tutti i suoi protagonisti, per individuare gli strumenti necessari non solo a consentirgli di esistere e resistere, ma anche di svilupparsi ed essere in grado di competere sul mercato, non solo italiano, con prodotti editoriali e un’informazione di qualità.
Ad essere coinvolti non saranno soltanto editori e giornalisti. Gli Stati Generali vedranno la partecipazione di agenzie di stampa, giornalisti, distributori nazionali e locali, investitori pubblicitari, centri media, edicolanti, poligrafici. E ancora, le categorie speciali dei fotoreporter, dei videogiornalisti, dei social media manager e tanti altri soggetti in passato spesso dimenticati.
Voglio rassicurare che ci sarà il tempo di discutere in maniera approfondita con tutte le categorie di settore e tutti coloro che vorranno dare il loro contributo, nei tanti eventi dedicati e specifici in programma nei prossimi mesi.
La cerimonia di domani sarà soltanto il punto di partenza di un lungo e intenso cammino. Inizieremo a raccogliere attraverso la rete le proposte di tutti, dalle categorie direttamente coinvolte ai singoli cittadini. Chiunque potrà partecipare con le proprie idee, senza filtri. Ci attendono mesi di dibattiti pubblici, tavoli di lavoro e confronti, anche serrati, su temi di rilevanza nazionale come la libertà d’informazione, nuovi modelli di sostegno al pluralismo, la deontologia professionale, la dignità e i diritti dei lavoratori, le prospettive dell’innovazione tecnologica, lo sviluppo di nuove categorie professionali, la tutela del diritto d’autore e tanto, tanto altro.
L’informazione e l’editoria sono pilastri fondamentali della nostra democrazia. Mi auguro, sinceramente, che dal lavoro che riusciremo a fare in questi mesi possa uscire il miglior impianto di leggi possibile, che sia in grado di ridare ai cittadini un’informazione libera, corretta, verificabile e trasparente, nonché dignità e tutele a chi in questo settore lavora. (giornalistitalia.it)

Vito Crimi
Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’editoria

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