Pessima caricatura di Sara Marci dell’Unione Sarda, opera di un consigliere comunale

Vignetta contro una cronista: è bufera a Selargius

Sara Marci

Sara Marci

CAGLIARI – E’ bufera nel cagliaritano dopo la vignetta, affissa nella bacheca del Municipio di Selargius e diffusa su Facebook, contro la giornalista dell’Unione Sarda Sara Marci. Nella vignetta campeggia la caricatura (con i lineamenti di una donna incinta per giustificare la battuta riprodotta a lato: la volgarità ne impedisce la ripetizione) della cronista, che da tempo segue le vicende della cronaca cittadina e dell’assemblea civica di piazza Cellarium.
Cattivo, pessimo gusto, ma – almeno – firmato: sotto i commenti denigratori con riferimento all’attività giornalistica della Marci – da collegare, forse, all’indignazione per qualche articolo legato alle vicende politiche di Selargius e mal digerito – c’è, infatti, la firma “Sanvido 2015” e, ancora, “Selargius resiste”. Ebbene, Sanvido è il cognome – il nome è Ferruccio – di un consigliere comunale di Selargius. Che non solo non si pente, ma rincara la dose e scrive sul suo profilo Facebook: “Selargius e quanto vi accade sono vittime di un’informazione alterata, faziosa e con comunicazioni di terza mano assolutamente inattendibili, non verificate e prive di contraddittorio. Pretendere smentite – spiega il consigliere comunale – sarebbe controproducente, denunciare tanto abuso darebbe notorietà a chi deontologicamente è distante dalla corretta informazione e dal giornalismo in genere, pertanto non posso che replicare cosi: chi di penna ferisce di matita perisce”.
Immediata la reazione del Gruppo cronisti sardi che, “indignato per la vignetta volgarmente sessista affissa nella bacheca all’ingresso del Municipio di Selargius (Cagliari) e poi postata su Facebook da un consigliere comunale, esprime solidarietà alla collega oggetto di inaccettabili insulti”.
“L’autore di un tale ingiustificabile atto – incalza l’Unci Sardegna – dovrebbe semplicemente vergognarsi. L’auspicio è che il Consiglio comunale di Selargius prenda le distanze da un’iniziativa, priva di qualunque giustificazione, che supera per indecenza i commenti che le donne lavoratrici sono spesso costrette a subire”.

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