Incriminati quattro membri di una presunta rete di spionaggio di Teheran

Usa, iraniani volevano rapire una giornalista

Masih Alinejad

WASHINGTON (Usa) – Quattro membri di una presunta rete di spionaggio iraniana negli Stati Uniti sono stati incriminati con l’accusa di aver complottato per rapire una giornalista e attivista iraniano-americana che vive a New York.
Secondo l’incriminazione, il piano prevedeva di prelevare la donna dalla sua abitazione a Brooklyn per portarla con un motoscafo veloce in alto mare dove sarebbe stata imbarcata su una nave diretta in Venezuela, Paese alleato dell’Iran.
Tra gli incriminati vi è Alireza Shavaroghi Farahani, alto funzionario dei servizi di Teheran, accusato di aver organizzato il complotto e coordinato il lavoro degli altri tre agenti: Mahmoud Khazein, Kiya Sadeghi e Omid Noori. Si ritiene che tutti gli incriminati siano in Iran. È stato, invece, arrestato all’inizio del mese un iraniano americano, Niloufar “Nellie” Bahadorifar, che vive in California, accusato di aver fornito sostegno finanziario al complotto.
Il capo dell’ufficio dell’Fbi di New York, William Sweeney, ha ammesso che le incriminazioni suonano come «la trama di un film d’azione esagerato». Ma ha confermato la solidità delle accuse: «riteniamo che il gruppo che, sostenuto dal governo iraniano, ha cospirato per rapire una giornalista che vive negli Stati Uniti e riportarla con la forza in Iran».
Nelle carte processuali non si fa il nome della «vittima 1», come viene identificata, ma Masih Alinejad, un’oppositrice del regime iraniano che vive a New York, ha confermato che era lei l’obiettivo del complotto. «Circa otto mesi fa, l’Fbi mi ha avvisato che c’era un complotto contro di me – ha detto al Guardian – io ho risposto che non era una novità perché ricevo minacce di morte ogni giorno, ma mi hanno spiegato che ero sotto controllo in un’operazione del ministero dell’intelligence». La donna ha spiegato che lei e la sua famiglia vivono ora sotto protezione.
Prima del piano del trasferimento in Venezuela via mare, i membri della rete avevano cercato di convincere membri della famiglia della vittima ad attirarla in un Paese del Medio Oriente dove poteva essere rapita da agenti iraniani, una tattica usata due volte recentemente dai servizi di Teheran. Il rapimento di Alinejad, infatti, rientrerebbe in un più ampio piano dell’intelligence iraniana di sequestri di dissidenti ed oppositori, anche in Canada, Gran Bretagna e Emirati Arabi Uniti. (adnkronos)

 

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