Elisabetta Casellati ricorda il giornalista, attore e regista scomparso ieri a Roma

Ugo Gregoretti, intellettuale a tutto tondo

Ugo Gregoretti

ROMA – “Attore, regista, giornalista, scrittore, uomo di cinema, di teatro, di televisione: Ugo Gregoretti è stato un intellettuale a tutto tondo, una figura poliedrica unica nel mondo della cultura e dello spettacolo italiano. Un uomo di grande ironia,  visione e raro spirito di osservazione che ci lascia in eredità una produzione culturale variegata e di enorme valore”. Il presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ricorda così Ugo Gregoretti, scomparso ieri a Roma, sottolineando che “la cultura italiana ha perso un grande personaggio. Di lui ricorderemo soprattutto la straordinaria capacità di essere un pioniere in tutte le attività in cui si è cimentato, dai film ai documentari ai programmi televisivi. Ai suoi familiari esprimo tutto il mio cordoglio personale”.
Ugo Gregoretti è morto nella sua casa di Roma. Attore, giornalista e drammaturgo Gregoretti, nato nella Capitale il 28 settembre 1930, ha firmato, nel corso della sua carriera, diversi successi tra cui i lavori televisivi “Controfagotto” del 1961, e “Il Circolo Pickwick” del 1968. Gregoretti ha diretto anche le serie parodistiche “Romanzo popolare italiano” nel 1975, e “Uova fatali” nel 1977.
Il regista è anche autore di un omaggio a Zavattini realizzato nel 1982, dell’inchiesta “Sottobraccio” del 1991, dedicata all’Italia “minore” e seminascosta. Sua anche “Lezioni di design”, trasmissione che presentava oggetti notevoli di design ed i relativi autori che è stata insignita nel 2001 del premio Compasso d’oro. Quanto invece alle opere cinematografiche si segnalano in particolare “I nuovi angeli” del 1962, film-inchiesta sui giovani, l’apologo fantascientifico “Omicron” del 1963, i due documentari “Apollon, una fabbrica occupata” del 1969 e “Contratto” del 1971 e l’autobiografico “Maggio musicale” del 1990.
Gregoretti, che dal 1980 al 1989 ha diretto la Rassegna Benevento Città-Spettacolo, e dal 1985 al 1989 il Teatro Stabile di
Torino, si è anche misurato con la lirica mettendo in scena tra l’altro un’edizione de “L’italiana in Algeri” di Rossini nel 1976. Nel 1988, invece, ha messo in scena “Purgatorio 98”, una versione rivisitata del Purgatorio di Dante, nella quale sono presenti elementi di contaminazione come l’uso del dialetto napoletano.
Gregoretti, nel 2006, ha scritto la sua autobiografia, “Finale aperto”, che è stata ripubblicata nel 2012 con il titolo “La storia sono io (con finale aperto)”. Nel 2009 ha ricevuto il premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi, in quanto “giornalista, autore teatrale e televisivo, regista, attore, sempre uomo d’alto impegno intellettuale e civile”. Tra gli altri riconoscimenti, nel 2010 Gregoretti ha ricevuto il Nastro d’argento alla carriera. (adnkronos)

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