L’ucraina Alexandra Kuvshinova e il cameraman della Fox News Pierre Zakrzewski

Ucraina, uccisi altri due giornalisti

Pierre Zakrzewski e Alexandra Kuvshinova

ROMA – Una guerra sporca, sempre più sanguinosa per i civili e i giornalisti. Sono cinque i reporter uccisi a venti giorni dall’inizio del conflitto ucraino, decine i feriti e gli attacchi registrati in ogni parte del Paese, in particolare a Kiev e dintorni, dove la morsa dell’esercito russo si stringe ogni giorno di più. Il timore è che gli operatori dell’informazione siano ormai bersagli scelti dalle forze occupanti per far crescere il panico tra la popolazione e lasciare campo libero alla propaganda.

Ricardo Gutierrez

«Riteniamo che ormai i giornalisti vengano deliberatamente presi di mira allo scopo di creare terrore e di impedire che emerga la verità. Non si tratta di errori», si dice sicuro parlando con l’Ansa il segretario della Federazione Europea dei Giornalisti (Efj), Ricardo Gutierrez.
Gli ultimi a perdere la vita sono stati il cameraman irlandese della Fox News Pierre Zakrzewski, veterano dei conflitti, dall’Iraq all’Afghanistan, e la sua giornalista ucraina Alexandra Kuvshinova, 24 anni, colpiti mentre erano in auto vicino al villaggio di Gorenki, nei pressi della capitale, sulla strada per Irpin. Insieme a loro c’era anche il corrispondente dell’emittente Benjamin Hall, rimasto ferito in modo grave e sottoposto a diverse operazioni che hanno portato all’amputazione di parte di una gamba.

Yevhen Sakun

Nell’area attorno alla capitale sono morti anche il cameraman Yevhen Sakun, vittima dell’attacco missilistico alla torre della tv a inizio mese, e il giornalista e videoreporter americano Brent Renaud, già collaboratore del New York Times, colpito durante i combattimenti a Irpin, probabilmente da soldati russi. Ha perso la vita durante i combattimenti vicino a Mykolayiv, invece, l‘altro reporter ucraino Viktor Dudar.
Sono almeno 35 i giornalisti feriti, secondo la responsabile per i diritti umani del parlamento ucraino, Lyudmila Denisova, mentre si sono perse le tracce di Oleh Baturin a Kherson, città in mano alle forze russe, sospettate del suo sequestro. A tenere il conto degli attacchi è anche Reporter Sans Frontieres, che ha aperto a Leopoli il Centro per la libertà di stampa e ha avviato la distribuzione di elmetti e giubbotti antiproiettile.

Oleh Baturin

L’associazione, di fronte alla difficoltà in diversi casi di reperire gli equipaggiamenti necessari, ha chiesto ai colleghi di fare la massima attenzione e alle testate di garantire la loro sicurezza. In Italia la Camera ha approvato all’unanimità un emendamento al dl Ucraina che consente ai cronisti ed ai foto cine operatori che documentano la guerra di acquistare giubbotti ed elmetti, in deroga ai divieti in vigore.
La Federazione internazionale e quella europea dei giornalisti sono in costante contatto con la National Union of Journalists e l’Independent Media Workers Union, che rappresentano 10 mila giornalisti in Ucraina e da due settimane hanno deciso di spostare la loro sede da Kiev a Leopoli e da lì forniscono assistenza ai colleghi. «La situazione per i giornalisti in Ucraina si fa ogni giorno più drammatica, siamo molto preoccupati – sottolinea Gutierrez –. Sono crimini di guerra quelli perpetrati nei confronti dei reporter e di tutti i civili. Per questo chiediamo l’istituzione di un Tribunale speciale per i crimini commessi in Ucraina».
«Siamo costantemente in contatto con la National Union of Journalists e l’Independent Media Workers Union, che rappresentano 10 mila giornalisti in Ucraina – sottolinea Gutierrez –. Due settimane fa hanno deciso di spostare la loro sede da Kiev a Leopoli e da lì forniscono assistenza ai colleghi. Registriamo attacchi a giornalisti praticamente dall’inizio della guerra».
«Non è la prima volta che vediamo giornalisti presi deliberatamente di mira durante il loro lavoro -–spiega ancora il segretario della Efj –. Già nel 2014, nella guerra in Donbass, era successo. Vengono colpiti per seminare terrore, intimidire la popolazione e creare disinformazione».
«I giornalisti uccisi o feriti in Ucraina sono spesso colleghi di grande esperienza, come ad esempio Brent Renaud (il giornalista e videoreporter americano ucciso a Kiev, ndr). Non sono free lance alle prime armi – prosegue Gutierrez –. Sanno come muoversi e come difendersi e, nonostante ciò, vengono colpiti. Questo dimostra che non si tratta di errori, ma che vengono presi di mira deliberatamente».

Brent Renaud

«Non possiamo dire ancora che sia la guerra più pericolosa per i giornalisti che abbiamo visto – sottolinea ancora -, ma la situazione si fa ogni giorno più pericolosa. Chiediamo a tutti i colleghi di fare attenzione e alle testate garantire loro ogni tipo di sostegno e tutti gli equipaggiamenti necessari».
Dello stesso tenore la denuncia di Kiev: «Gli occupanti stanno combattendo contro la copertura obiettiva dei loro crimini di guerra: stanno uccidendo e sparando sui giornalisti», ha accusato la responsabile per i diritti umani del parlamento ucraino Lyudmila Denisova. (ansa)

Michele Cassano

 

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