Un giornalista e un tecnico web innescano la bomba sui dissidi tra Grillo e Casaleggio

Supernova, l’inchiesta che fa tremare il M5S

Beppe Grillo e Casaleggio

Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio

ROMA – Nuovi veleni sul mondo 5 Stelle. Stavolta a spargerli sono ex fedelissimi del Movimento: Marco Canestrari, tecnico web dipendente della Casaleggio Associati negli anni 2007-2010 e braccio destro di Gianroberto Casaleggio; e il giornalista Nicola Biondo, ex capo della Comunicazione M5S alla Camera nel periodo 2013-2014.
La “bomba” esplode online con l’anticipazione di quella che viene definita “un’inchiesta giornalistica, un memoriale” ma anche “un video reportage su cosa è stato, cosa doveva essere e cosa è diventato il più grande esperimento politico di massa del nuovo secolo”. Il titolo è “Supernova” (indica un’enorme esplosione che fa letteralmente saltare in aria intere stelle, ndr); sottotitolo “Com’è stato ucciso il M5S: tutta la verità”. Al momento in Rete ci sono solo l’introduzione e il primo capitolo. L’incipit è duro: “Volevano la democrazia partecipata, e adesso sono un’élite. Volevano fare politica senza soldi, e adesso si scannano per i soldi. Volevano lottare contro il sistema dei media, e adesso sono dipendenti dai media. Volevano eliminare la casta, e adesso sono la casta”. Un vero atto d’accusa che non fa bene al Movimento già travagliato dalle tensioni interne delle ultime settimane e ad appena cinque giorni dalla manifestazione di Palermo “Italia 5 Stelle”. Che, sempre secondo i due autori del libro, sarà l’ultimo che vedrà Grillo nelle vesti di leader.
Tra i punti più delicati, una telefonata che ci sarebbe stata tra Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio dove quest’ultimo lo avrebbe apostrofato con un “vaffa… Non ti voglio più sentire”. Un diverbio che poi non sarebbe stato chiarito, sempre secondo quanto riferisce il libro, prima della morte di Casaleggio. E ancora, viene riferito di un Beppe Grillo che, già dopo la scomparsa del cofondatore di M5S, avrebbe sostenuto che “negli ultimi tempi Casaleggio si era incattivito. Stentavo a riconoscerlo. Mi spiace sia finita così”.
Retroscena che non sono stati smentiti ufficialmente da Grillo né dal suo blog. Ma, secondo quanto viene riferito dallo staff pentastellato, non ci sarebbe niente di vero e si tratterebbe di un attacco da “uno che era un cameraman” (il riferimento è a Canestrari, ndr) e da un altro (l’ex capo della comunicazione Biondo, ndr) che venne fatto fuori “dopo il disastro delle Europee” ed in particolare a causa di un dossier molto critico, preparato proprio da Biondo, sulla strategia adottata in quella fase dai 5 Stelle che portò al flop di M5S alle Europee.
Tra i parlamentari 5 Stelle vige oggi la legge del silenzio: sui social, almeno finora, nessun commento perché, viene spiegato, la linea è quella di ignorare. C’è chi, interlocutore autorevole di M5S e vicino anche a Beppe Grillo, dice che non gli risulta notizia di quella telefonata di rottura con Casaleggio. E chi, sempre tra i deputati pentastellati, commenta tranchant: “Uno squallore disarmante”.
Ciò che emerge è che il punto dolente del Movimento è rappresentato, ancora una volta, da chi ha fatto parte dell’ufficio Comunicazione dei 5 Stelle: in tre anni di legislatura tanti sono stati i responsabili comunicazione, dapprima fedelissimi e allineati in tutto all’ideologia del Movimento e poi licenziati o “spariti” in modi anche abbastanza repentini.
Biondo nel 2013 era stato chiamato direttamente da Grillo e sostituì Daniele Martinelli indicato inizialmente – anche se non in modo ufficiale – per quel ruolo e poi invece mai nominato; ma prima ancora, proprio nei primi mesi cruciali, dalla fase prima delle elezioni fino alla formazione del governo Letta, c’era stato il giornalista Caris Vanghetti: anche lui sparito improvvisamente e senza spiegazioni, pare però che sia stato lui ad andare via.
Ora alla Camera c’è Ilaria Loquenzi, già collaboratrice della senatrice Paola Taverna; anche per la Loquenzi ci fu un incidente di percorso quando venne sfiduciata dall’assemblea dei parlamentari, salvo poi rientrare a sorpresa per intervento diretto di Gianroberto Casaleggio. Al Senato come responsabile c’è stato, invece, per lungo periodo Claudio Messora: ad un certo punto è stato trasferito a Bruxelles e poi, per dissidi con gli europarlamentari pentastellati, anche lui mandato via. Al Senato è rimasto Rocco Casalino, tra i pochi a “resistere” sin dal primo giorno e a godere della fiducia di Grillo. (Agi)

 

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