ROTONDA (Potenza) – “Rotonda nel 1800, Storia inedita di una comunità della Basilicata” (Universal Book, 20 euro) è il nuovo libro del criminologo e giornalista Giuseppe Colaiacovo che verrà presentato domani, giovedì 28 agosto, alle ore 18.30 al Museo di Rotonda.
Il percorso di questo saggio inizia nel 1799 con la scossa della Municipalità Repubblicana, un periodo in cui gli ideali della Rivoluzione Francese arrivarono a lambire anche i piccoli paesi come Rotonda. L’autore offre al lettore la possibilità di scoprire come la comunità abbia vissuto questo breve ma intenso esperimento di autogoverno e il traumatico ritorno dei Borboni. Il libro esplora, infatti, le dinamiche del potere locale determinatisi tra la fine del XVIII secolo e la prima metà del XIX e le alleanze con la Chiesa ricettizia.
“Rotonda nel 1800, Storia inedita di una comunità della Basilicata” percorre il decennio francese nel Regno di Napoli (1806-1815), dall’arrivo nel 1806 a Rotonda di Giuseppe Bonaparte all’abolizione della feudalità, la soppressione delle corporazioni religiose e la riorganizzazione amministrativa e come esse abbiano rappresentato un momento di rottura con l’antico regime. Colaiacovo non si limita a descrivere queste riforme, ma ne analizza le modalità di attuazione in Basilicata e le resistenze che incontrarono. Viene posta in luce la tensione tra il disegno riformatore centralistico e le specificità locali, anticipando dinamiche che si ripresenteranno con l’Unità.
Uno dei contributi più significativi del saggio è l’analisi meticolosa della questione demaniale in Basilicata e a Rotonda. L’autore documenta come il processo di privatizzazione delle terre comuni, avviato dai francesi e proseguito con la Restaurazione e l’Unità, abbia avuto esiti disastrosi per le masse contadine.
Attraverso l’esame di atti notarili, catasti e vertenze giudiziarie, il libro evidenzia come le “quotizzazioni” abbiano favorito l’accaparramento delle terre da parte di una nuova borghesia fondiaria a scapito delle classi subalterne. Questa sperequazione non è presentata come un mero dettaglio economico, ma come la radice profonda del malcontento sociale, destinato a sfociare in fenomeni di ribellione e brigantaggio.
Il fermento politico non si esaurì con la caduta di Napoleone. L’autore conduce, infatti, il lettore nel cuore della Carboneria, svelando la svista degli storici lucani sulla esistenza a Rotonda di una sedicente setta denominata dei pellegrini erranti, e soffermandosi sulla nascita e gli obiettivi della setta carbonara rotondese la chiesa dell’alto Mercure. Società segreta che ha animato la vita politica locale nel 1848, coinvolgendo anche esponenti dei contigui comuni di Viggianello e Castelluccio.
Obiettivo dell’autore è spiegare il contributo dei patrioti rotondesi agli ideali unitari, tra entusiasmi e, talvolta, profonda diffidenza verso le nuove istituzioni. L’autore decostruisce alcune narrazioni tradizionali, mostrando la pluralità delle motivazioni che spinsero all’adesione ai moti. Non solo ideali unitari e liberali, ma anche la speranza di una risoluzione della questione agraria e la percezione del governo borbonico come ostacolo al progresso.
L’Insurrezione lucana del 1860 viene analizzata non solo come un evento militare, ma come l’esito di una complessa interazione tra ceti sociali, aspettative disattese e la capacità dei leader locali di mobilitare le masse.
Colaiacovo, inoltre, si concentra sulle conseguenze dell’Unità d’Italia per la Basilicata. Argomenta come l’integrazione nel nuovo Stato unitario non abbia risolto le problematiche preesistenti, ma anzi le abbia in parte acuite. La repressione del brigantaggio post-unitario viene letta non solo come un fenomeno di criminalità comune, ma anche come una forma di resistenza a un processo di unificazione che non aveva saputo includere le istanze delle classi popolari.
Il saggio intende, così, fornire un contributo alla comprensione della “Questione Meridionale”, mostrandone le profonde radici storiche che affondano proprio nelle dinamiche economiche e sociali dell’Ottocento lucano, in particolare nella mancata risoluzione della questione demaniale. Senza trascurare aspetti come la religiosità popolare, la nascita delle confraternite, l’infanzia abbandonata, le condizioni igienico-sanitarie della comunità rotondese e il livello di povertà in essa presente. Infine, “Rotonda nel 1800, Storia inedita di una comunità della Basilicata” si occupa dell’emigrazione di fine secolo, fornendo riflessioni e statistiche su un fenomeno particolarmente doloroso per le genti della comunità lucana. (giornalistitalia.it)
Anna Leila Marino







CONVENZIONI


