In tanti a Pitigliano ai funerali del giornalista 35enne morto in un’esplosione a Gaza

“Simone voleva andare dove succedono le cose”

Amici e colleghi portano a spalla il feretro di Simone Camilli (foto EPA)

Amici e colleghi portano a spalla il feretro di Simone Camilli (foto EPA)

PITIGLIANO (Grosseto) – Si è celebrato il funerale di Simone Camilli, il reporter italiano morto in un’esplosione a Gaza. Tanti i semplici cittadini che hanno voluto salutare il padre Pier Luigi Camilli, sindaco di Pitigliano, e la moglie, che non hanno mai lasciato la chiesa. I funerali sono stati celebrati dal vescovo Guglielmo Borghetti. La funzione è stata trasemssa sul sito della Associated Press, l’agenzia americana per cui lavorava Camilli.
Il padre di Simone Camilli ha parlato al funerale del figlio che si sta celebrando a Pitigliano per dire che in tanti a Gerusalemme gli si sono avvicinati per testimoniargli la loro vicinanza.
“Arrivavano – ha detto commesso Pierluigi – e mi dicevano ‘sono un amico di Simone, Simone era una persona speciale’”.
“Poi sono arrivati i suoi colleghi – ha aggiunto – che mi hanno detto ‘era una persona speciale’”.
“Questo mi ha fatto capire che mio figlio non lo conoscevo – ha aggiunto – non ho avuto il tempo di accorgermi che era speciale”.
Nel sentire dalla gente e dai colleghi che “Simone era un ragazzo speciale – ha detto ancora il padre del reporter ucciso a Gaza – ho capito che noi non lo conoscevamo. Avevo anche cercato di fargli fare il concorso in Rai. Qui vedo tanti colleghi… Ma non ci sono riuscito. Mi diceva: ‘Vengo lì e mi siedo? Se voglio fare il giornalista devo andare dove succedono le cose’”.
Il padre sottolinea che “la perdita di un figlio non ha uguali, ancora non ci rendiamo conto”, ma c’è anche da dire che la perdita è anche di “un bravo professionista”.
“E’ dura ammetterlo. Ma io queste cose che ha fatto Simone – dice il padre Pier Luigi, giornalista anche lui – nella mia vita professionale non le ho mai fatte. Questi consensi così profondi non li ho mai avuti”. (Ansa)

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