Sicilia in lacrime per la scomparsa del giornalista formatosi a “L’Ora”. Aveva 66 anni

Camillo Pantaleone, 40 anni per il giornalismo

Camillo Pantaleone

Camillo Pantaleone

PALERMO – “Quarant’anni di vita dedicati al giornalismo. A quello vero. Libero da vincoli politici, ideologici o di altro genere. Una passione viscerale, quella di Camillo Pantaleone, che si è spento a 66 anni dopo una lunga malattia”.
L’Ordine dei giornalisti di Sicilia ricorda, così, uno dei colleghi migliori. Nato l’11 luglio 1947, era figlio di Salvatore Pantaleone, il comandante “Orione”, che combatté nella brigata partigiana Osoppo in Friuli.
Giornalista professionista dal 22 maggio 1974 era animato da passione e anche grande professionalità, tanto da essere riconosciute dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che nel 2012 gli conferì il titolo di Cavaliere della Repubblica.
Nonostante i riconoscimenti e i successi professionali (dal 1985 era componente dell’ufficio stampa dell’Ars e redattore di cronache parlamentari), ha sempre tenuto un basso profilo. Ha trattato tutti i colleghi che varcavano la porta della sala stampa di Palazzo dei Normanni nello stesso modo, con grandi disponibilità e gentilezza.
Mai un gesto di arroganza, presunzione o boria snobistica, tipica dei piccoli uomini che si sentono grandi. Lui era un grande uomo che voleva sempre apparire piccolo. Piccolo come gli altri. E così scherzava in egual modo con il collaboratore di qualche testata di provincia, magari al suo primo giorno all’Assemblea, come con l’inviato dalla firma altisonante, la chiacchierata col commesso dell’Ars non doveva mancare. A quella col presidente invece rinunciava.
Diceva sempre che la sua scuola era stata la strada, come la intendeva Salvo Licata: conoscere il territorio, le persone che lo abitano, integrarsi, parlare il loro gergo, essere uno di loro, parte del contesto. Il resto l’aveva fatto la redazione de L’Ora, dove era approdato da giovanissimo nel 1970, lavorando al fianco di tanti amici come Vittorio Nisticò, Etrio Fidora, Mauro De Mauro, Bruno Carbone, Kris Mancuso e Francesco La Licata.
Nel suo percorso professionale anche collaborazioni con L’Unità e la Rai, agli inizi degli Anni ‘80. Impegnato nel sindacato dei giornalisti, dal 2010 fino alle ultime elezioni svoltesi nei mesi scorsi, era stato componente del Collegio dei Probiviri dell’Associazione Siciliana della Stampa. Tanti gli amici, i colleghi, che hanno voluto dare l’ultimo saluto al giornalista nella chiesa Maria Santissima Mater Ecclesiae.

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