La Redazione: “Verdelli licenziato nel giorno indicato come data della sua morte”

Sciopero dei giornalisti: non esce la Repubblica

Carlo Verdelli

ROMA – Il quotidiano la Repubblica non sarà in edicola venerdì 24 aprile, giorno in cui anche il sito internet sarà fermo, a seguito dello sciopero deciso a larghissima maggioranza dai suoi giornalisti dopo la decisione del Cda del Gruppo Gedi di sostituire il direttore Carlo Verdelli come primo atto della nuova compagine proprietaria nel giorno del suo insediamento.
«L’iniziativa dei giornalisti di Repubblica – afferma il Cdr – non vuol essere un atto ostile nei confronti del nuovo direttore Maurizio Molinari, al quale sin da ora la redazione offre la propria collaborazione con lo stesso impegno, la dedizione e lo spirito di sacrificio che hanno accompagnato tutte le precedenti direzioni di questo giornale».
Ciò nonostante, la Redazione «non può non rilevare come la scelta dell’editore cada in un momento mai visto prima per il Paese e per tutto il pianeta, aggrediti da una pandemia che sta seminando dolore e morte e sta chiamando tutti noi a uno sforzo straordinario. E proprio nel giorno indicato come data della morte del direttore Verdelli dagli anonimi che ormai da mesi lo minacciano, tanto da spingere il Viminale ad assegnargli una scorta. Una tempistica quanto meno imbarazzante».
La Redazione di Repubblica, «consapevole delle difficoltà che sta attraversando – e non da ora – il settore dell’editoria, continuerà a fare la sua parte, ma chiede al nuovo editore di rispettare i sacrifici che i giornalisti sopportano ormai da anni e di predisporre un piano industriale che preveda investimenti e non ulteriori tagli. Men che meno agli organici».
«Repubblica – conclude il Cdr – non è e non è mai stato un giornale come tutti gli altri. Ha sempre avuto una identità forte espressa in una linea chiara. “È un giornale d’informazione il quale anziché ostentare una illusoria neutralità politica, dichiara esplicitamente di aver fatto una scelta di campo”. Sono le parole usate dal fondatore Eugenio Scalfari nel suo primo editoriale del 1976. Parole che valevano allora. E valgono a maggior ragione oggi». (giornalistitalia.it)

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Fnsi al fianco dei giornalisti

Raffaele Lorusso

«La Federazione Nazionale della Stampa Italiana è al fianco dei giornalisti di Repubblica, in sciopero per la decisione del Gruppo Gedi di sostituire il direttore Carlo Verdelli nella giornata del 23 aprile, indicata come quella della sua morte da alcuni anonimi militanti in gruppi di ispirazione nazifascista, che lo minacciano da tempo». Lo afferma il segretario generale Raffaele Lorusso «nel rinnovare la vicinanza a Carlo Verdelli per le intimidazioni che lui e i suoi familiari sono costretti a subire e nell’augurare buon lavoro ai direttori di Repubblica, Stampa, Huffington Post e del polo radiofonico».
La Fnsi auspica che «il nuovo corso del Gruppo Gedi sia caratterizzato da investimenti in grado di superare le difficoltà e le criticità del settore e di rilanciare l’occupazione. L’editoria, non soltanto in Italia, attraversa da tempo una crisi strutturale, ma mai come in questo momento è sempre più chiaro a tutti il ruolo essenziale svolto dall’informazione professionale per la formazione di un’opinione pubblica consapevole e non condizionata dalla spazzatura che circola nella rete e per la tenuta delle istituzioni democratiche».
«Per questo, – afferma Lorusso – è da raccogliere la sfida dell’innovazione e della trasformazione, annunciata dal presidente del Gruppo Gedi, John Elkann. L’auspicio è che possa essere l’occasione per valorizzare, in uno spirito costruttivo di confronto e condivisione, la qualità dell’informazione e le professionalità, salvaguardando l’identità delle singole testate».

Carlo Verna

Cnog: “Tempistica Imbarazzante”

«Gli avvicendamenti alla guida delle redazioni attengono alla normalità delle dinamiche, soprattutto quando avvengono con staffette tra grandi professionisti. Stavolta, però, c’è un’anomalia da imbarbarimento delle relazioni non solo tra le parti, ma anche umano». Lo afferma Carlo Verna, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, sottolineando che «bene hanno scritto i colleghi di Repubblica parlando di “tempistica quanto meno imbarazzante” nel sostituire il Direttore Carlo Verdelli con Maurizio Molinari a disposizione del quale si sono subito correttamente posti e cui vanno le nostre congratulazioni per la nomina».
«Ma – a giudizio di Verna – il punto è l’altro: il momento in cui il cambio avviene, la spregiudicatezza del nuovo Cda della Gedi, la cui libertà di impresa nessuno mette in discussione. Ma il diritto di critica consente di definire triste questo modo di fare e il nostro sentimento di colleganza di alzare il livello di attenzione e solidarietà verso Verdelli, oggetto da tempo di pesanti minacce. Per noi nulla cambia Direttore, siamo con te. E naturalmente siamo incondizionatamente al fianco della redazione di Repubblica».

 

Un commento

  1. Enrico Paissan

    Scelta incomprensibile e sciagurata sotto l’aspetto della tempistica e immotivata. Il solito metodo padronale stile Agnelli.

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