Per i pirati del web previste sanzioni fino a 10mila 500 euro e reclusione fino a 10 anni

San Marino, una legge contro i reati informatici

San MarinoSAN MARINO – Pubblicata il 23 agosto dal Consiglio Grande e Generale della Repubblica di San Marino la legge di “Disciplina dei reati informatici” presentata il 2 marzo scorso dal Segreterio di Stato per gli Affari Interni e la Giustizia, Gian Carlo Venturini. Chi accede abusivamente ad un sistema informatico o telematico rischia multe fino a 10mila e 500 euro e condanne fino a a 10 anni di reclusione (prigionia di quarto grado).
Finalità della legge, approvata con 30 voti a favore, 1 contrario e 4 astenuti, è quella di “introdurre nell’ordinamento legislativo sammarinese una tutela penale contro reati informatici, al fine di perseguire le nuove forme di criminalità attraverso sistemi elettronici o telematici, che costituiscono uno strumento essenziale ed irrinunciabile di comunicazione, informazione, elaborazione ed archiviazione dati, utilizzati a tutti i livelli e per le finalità più varie”.
“Il web – ricorda, infatti, la Repubblica Sammarinese – è stato concepito come strumento tecnologico per la circolazione di dati e informazioni. Ha, altresì, assunto il ruolo di volano della conoscenza e catalizzatore dei principi di democraticità ed uguaglianza nella misura in cui concede l’accesso indiscriminato al sapere. Alla luce di tali considerazioni, è evidente come la sicurezza delle reti e delle informazioni si elevi ad interesse giuridico di primaria importanza per la stessa preservazione ed il progresso dell’umanità.

Gian Carlo Venturini

Gian Carlo Venturini

La sicurezza informatica può addirittura declinarsi come un “bene comune”, ossia un bene indispensabile per la collettività, al pari delle risorse naturali. D’altro canto, i computer crimes costituiscono il risvolto negativo dello sviluppo tecnologico sul piano dell’informatica e della telematica. Se da un lato, infatti, la maggior parte delle attività umane un tempo svolte manualmente o attraverso apparecchiature meccaniche, hanno ceduto il passo a ben più efficienti implementazioni digitali che hanno permesso di velocizzare ed ottimizzare le operazioni di ricerca ed estrazione del dato con una conseguente facilitazione della riproduzione e trasferimento dello stesso; dall’altro lato si assiste ad un significativo spostamento di interessi e attività propositive della società su Internet: la maggior parte delle attività sociali, lavorative e di svago passano in maniera significativa attraverso le reti telematiche. Di conseguenza, anche le attività illecite (i reati informatici, appunto) ne seguono l’evoluzione nelle forme e nelle pratiche; talché diventa necessario sviluppare idonee contromisure atte a contrastare o quantomeno limitare il progredire di tali forme criminose”.
La disciplina dei reati informatici si lega, dunque, agli obblighi assunti a livello internazionale secondo quanto indicato e raccomandato dal Consiglio d’Europa, in particolare nella Convenzione del Consiglio d’Europa sulla criminalità informatica fatta Budapest il 23 novembre 2001, nonché all’adozione di efficaci politiche di prevenzione della corruzione, che includono tra l’altro meccanismi istituzionali e politiche favorevoli al buon governo, allo stato di diritto, alla trasparenza e alla responsabilità. (giornalistitalia.it)
Il progetto di legge approvato

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