Confindustria si unisce all’appello per l’utilizzo esclusivo del broadcasting terrestre

RadioTv e cultura: giù le mani dalla banda UHF

Franco Siddi, presidente di Confindustria Radio Televisioni

ROMA – Confindustria Radio Televisioni si unisce all’appello delle industrie europee dell’audiovisivo e della cultura per garantire l’utilizzo esclusivo della banda UHF al broadcasting terrestre:
– Le industrie dell’audiovisivo e della cultura di 18 Paesi europei si sono unite per reclamare che le frequenze UHF 470-694 MHz restino garantite in via esclusiva al broadcasting terrestre oltre il 2030.
– Il broadcasting terrestre ha bisogno che tale banda resti assegnata oltre la data del 2030 per lo sviluppo del DVB-T2 e di tecnologie innovative come il 5G broadcast.
– No all’assegnazione di frequenze della banda 470-694 MHz ai servizi mobili o ad altri servizi.
57 associazioni e aziende dell’industria radiotelevisiva e della cultura di 18 Paesi europei hanno unito le forze per una “Call to Europe” volta a sollecitare i responsabili politici e i regolatori del continente a preservare l’attuale destinazione della banda UHF 470-694 MHz al broadcasting televisivo terrestre e alle apparecchiature di trasmissione e produzione wireless per la realizzazione di programmi ed eventi speciali.
L’utilizzo di questa banda dopo il 2030 verrà deciso alla prossima Conferenza Mondiale delle Radiocomunicazioni dell’ITU che si svolgerà nel 2023 (WRC-23). In gioco c’è il futuro dell’infrastruttura televisiva più ampiamente utilizzata in Europa – sono 80 milioni le famiglie dell’Unione Europea che guardano la televisione attraverso la piattaforma digitale terrestre – e che costituisce anche la base per la produzione e trasmissione di eventi di cultura e media di tutti i tipi: si tratta infatti di frequenze utilizzate dai microfoni wireless e dai sistemi di monitoraggio in cuffia per concerti, conferenze e qualsiasi altro evento live.
Soltanto se verrà mantenuta l’attuale destinazione esclusiva della banda UHF al broadcasting, queste industrie potranno continuare a condividere le frequenze in maniera efficiente, senza sprechi e interferenze, e soprattutto potranno continuare ad erogare i loro servizi, crescere e innovare come ogni altra industria. Senza questa banda, la televisione digitale terrestre, servizio gratuito, ubiquo e accessibile a tutti, non sarà più possibile.
Appello all’Europa
L’industria audiovisiva e della produzione di eventi hanno bisogno di queste frequenze comprese nella banda fra 470 e 694 MHz per continuare a svolgere il loro ruolo. Queste frequenze sono in pericolo. L’Europa deve agire per garantire il mantenimento dell’attuale destinazione esclusiva al broadcasting terrestre per lo sviluppo del DVB-T2 e di tecnologie innovative come il 5G broadcast.
Innovazione, ma anche sicurezza: in caso di disastro naturale o di una crisi improvvisa, il broadcast terrestre assicura efficientemente il raggiungimento di tutta la popolazione con servizi informativi senza intermediazioni, intrusioni  o costi aggiuntivi, se necessario per giorni e settimane.
I produttori di contenuti – sia professionali che amatoriali – hanno bisogno delle frequenze UHF per il corretto funzionamento dei microfoni wireless, specialmente nel contesto di eventi live. Organizzatori di fiere, associazioni senza finalità di lucro, università e molti altri stakeholder dipendono da queste frequenze.
La destinazione di questa banda dopo il 2030 verrà decisa alla Conferenza mondiale dell’ITU del 2023 WRC-23. In vista di questo appuntamento, tutti i Paesi europei stanno sviluppando una posizione nazionale e l’Unione Europea si esprimerà sulla base di un parere elaborato nell’ambito del Radio Spectrum Policy Group (RSPG).
In Europa abbiamo bisogno di preservare l’utilizzo esclusivo della banda 470-694 MHz UHF per il broadcasting ben oltre il 2030. (giornalistitalia.it)

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