La ricetta del procuratore antimafia Cafiero de Raho per stoppare il bavaglio ai giornalisti

Querela temeraria? Si paghi il doppio del richiesto

Federico Cafiero de Raho

SIRACUSA – «I giornalisti negli ultimi anni si sono trovati totalmente soli, esposti alle ritorsioni. La loro protezione deve avvenire su un duplice aspetto: la tutela fisica e il risarcimento del danno sul campo civilistico». Lo ha detto Federico Cafiero de Raho, procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, intervenuto in collegamento online alla tavola rotonda internazionale a Siracusa organizzata dall’associazione “Ossigeno per l’informazione”.
«Il giornalista a volte – ha spiegato il procuratore – non è tutelato dalla testata giornalistica. I temi come corruzioni e mafie forse non sono ritenuti significativi da alcuni editori che hanno evidentemente interessi diversi. E non voglio mettere in discussione la capacità etica degli editori, ma purtroppo alcuni temi non vengono trattati da tutti. Dobbiamo garantire i giornalisti – ha sottolineato de Raho – dalle azioni temerarie. I giornalisti sono chiamati in tante cause civili con risarcimenti dei danni stratosferici. E il giornalista così non può svolgere serenamente il proprio lavoro».
Il procuratore nazionale ha avanzato anche alcune proposte: «Quali possono essere i modelli di garanzia? Quando viene chiesto il risarcimento – ha affermato – se la querela è temeraria, il soggetto che ha citato in giudizio il giornalista se ha torto dovrebbe essere condannato al doppio del risarcimento del danno richiesto. L’informazione oggi è il cardine della democrazia. E il giornalista deve poter svolgere in piena serenità i compiti che la democrazia gli affida. La stampa deve potere svolgere il proprio lavoro come pilastro della nostra democrazia». (ansa)

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