Spiacevole disavventura del giornalista James Dyer all’aeroporto di Los Angeles

“Produci fake news”: accusato alla dogana

James Dyer con la sagoma di Donald Trump

LOS ANGELES (Usa) – Il giornalista britannico James Dyer, che copre il settore audiovisivo dell’Empire magazine, denuncia di aver vissuto “un’esperienza spiacevole” al controllo passaporti dell’aeroporto di Los Angeles. Gli agenti della dogana dello scalo americano, accertato che aveva un visto giornalistico, lo hanno accusato di “far parte dei media che producono fake news”.
“Voleva sapere se avessi mai lavorato per la Cnn o la Msnbc o altri media che diffondono bugie agli americani”, ha raccontato il reporter, che era arrivato a Los Angeles per seguire un evento della Disney, riferendosi alla conversazione avuta con l’agente che ha controllato i suoi documenti. “Mi ha detto in modo aggressivo – ha aggiunto Dyer – che i giornalisti sono tutti bugiardi ed attaccano la democrazia”.
Non è la prima volta che agenti della dogana Usa vengono accusati di aver usato toni inappropriati ed aggressivi nei confronti di giornalisti. Nel febbraio scorso, David Mack, vice direttore di BuzzFeed News, aveva denunciato di essere stato “interrogato” per 10 minuti dagli agenti del controllo immigrazione all’aeroporto Jfk di New York. In particolare, gli agenti gli avevano rivolto domande sui servizi fatti dal suo sito su Donald Trump ed il Russiagate. Al giornalista erano poi arrivate le scuse delle autorità, “per le dichiarazioni inappropriate che gli erano state fatte al suo arrivo agli Stati Uniti”.
Qualche mese dopo, Seth Harp, della rivista Rolling Stone, ha raccontato su The Intercept di essere satto non solo interrogato, ma anche trattenuto per ore e perquisito dagli agenti della dogana di Austin dove si stava imbarcando per Città del Messico. (adnkronos/washington post)

 

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