Presentato al Senato da Franco Buccinà con Francesco Corso, Nicola Irto e Carlo Parisi

Premio alle eccellenze della Calabria che lavora

Carlo Parisi, Nicola Irto, Francesco Corso e Franco Buccinà nella Sala Nassiriya del Senato

ROMA – Dalla Camera dei Deputati al Senato della Repubblica. Dopo la Sala Stampa di Montecitorio, che ha ospitato la conferenza stampa dello scorso anno, il Premio Calabria che Lavora – Distinguersi per non estinguersi”, è approdato oggi a Palazzo Madama per presentare l’edizione numero 24 della manifestazione dedicata alle “Eccellenze Calabresi”.
Nella Sala Caduti di Nassiriya, con patron Franco Buccinà e la moglie Anna Patania, presidente di Asso Calabria, il senatore Nicola Irto, segretario d’aula del Gruppo parlamentare Pd-Idp, che ha fatto gli onori di casa, Francesco Corso, funzionario del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e Carlo Parisi, direttore di Giornalisti Italia e segretario generale della Figec Cisal.
Nel presentare la cerimonia ufficiale per la consegna dei riconoscimenti, che si terrà domenica prossima, 6 luglio, a Palmi, Franco Buccinà ha anticipato che tra i premiati ci sarà Nuccio Caffo, ceo dell’omonimo gruppo fondato dal padre Pippo, che per festeggiare i propri 110 anni di storia nei giorni scorsi acquisito il marchio Cinzano.

Nuccio Caffo

Un’operazione da 100 milioni di euro, firmata con Campari Group, che allo storico marchio di famiglia, Amaro del Capo, aggiunge la prestigiosa casa piemontese produttrice di Vermouth, fondata nel 1757, dopo le acquisizioni di Distilleria Durbino di Udine, Borsci San Marzano, Amaro Santa Maria al Monte, Ferro China Bisleri, Grappa Mangilli e Petrus Boonekamp. Una svolta epocale per il Gruppo Caffo che, ai propri oltre 70 mercati internazionali, aggiunge gli oltre 100 di Cinzano consolidando la propria presenza globale nel settore delle bevande alcoliche.
«Ovviamente, oltre Caffo – ha aggiunto Buccinà – l’edizione 2025 del Premio Calabria che Lavora conferirà il prestigioso riconoscimento ad altri personaggi e protagonisti calabresi della vita sociale e scientifica che il mondo ci invidia».
Il senatore Nicola Irto, nell’elogiare «un premio autentico dedicato al valore e al merito dei calabresi», si è detto «preoccupato» del fatto che le istituzioni – come ammesso da Franco Buccinà – non l’abbiano mai sostenuto economicamente. Ventiquattro edizioni – ha sottolineato il parlamentare Pd – sono già un indiscutibile biglietto da visita per un’iniziativa organizzata in una terra, come la Calabria, dove tutto è difficile».

Franco Buccinà e Anna Patania

Il senatore Irto ha, quindi, motivato la sua convinta scelta di rendersi promotore dell’iniziativa al Senato «perché è giusto raccontare all’Italia, da questa sede, la Calabria vera, onesta e pulita che lavora e non si limita ad affidare la narrazione della regione agli slogan e a qualche cartellone pubblicitario».
«Un Premio dedicato ai professionisti che si sono fatti valere nel mondo per le loro qualità e la loro professionalità e che, nel contempo, valorizza il territorio calabrese – ha detto, dal canto suo, Francesco Corso – rappresenta un fiore all’occhiello da promuovere e sostenere senza alcuna esitazione perché fa da sprone ai giovani che vogliono credere nel valore delle professioni e della meritocrazia».
L’intervento conclusivo è stato del direttore di Giornalisti Italia, Carlo Parisi, che lo scorso anno nella suggestiva cornice di Villa Caleo, sul lungomare di Gioia Tauro, ha ricevuto il Premio Calabria che lavora per i dieci anni del “giornale dei giornalisti” fondato nel 2014 con Nicoletta Giorgetti, «anima e motore del quotidiano».

Il Premio Calabria che lavora creato dal maestro orafo Michele Affidato

Sottolineando «il valore di un’iniziativa promossa, con coraggio e sacrificio, dalla famiglia Buccinà che, senza un solo centesimo di contributi pubblici, da quasi un quarto di secolo valorizza chi rende lustro alla Calabria onesta che lavora», il segretario generale della Figec Cisal ha ricordato che il Premio tiene alto il nome della regione fuori da ogni stereotipo negativo perché – non bisogna dimenticare – la Calabria non è solo ’Ndrangheta, ma è cultura, bellezza, sapori e tradizioni. Spesso trascurate o non valorizzate abbastanza, è innegabile. Ma, soprattutto, la Calabria è terra di persone perbene che, quotidianamente – ha concluso Carlo Parisi – lavorano senza sosta, con passione e competenza e, come purtroppo avviene in molte realtà del nostro Paese, non sempre si vedono riconosciuti valore e merito». (giornalistitalia.it)

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