L’ex presidente della Fnsi candidato alla presidenza del Consiglio regionale

Odg Emilia Romagna: in pista Giovanni Rossi

Giovanni Rossi

Giovanni Rossi, presidente emerito della Fnsi

BOLOGNA – L’Ordine dei giornalisti è un importante strumento che la categoria ha a disposizione per tutelare il diritto dei cittadini ad essere informati e quello dei giornalisti ad informare. Ad una condizione: che vi sia un forte coordinamento con gli altri enti, un collaborazione proficua per il bene della categoria pur nel rispetto dell’autonomia e delle funzioni proprie al Sindacato (la Fnsi), all’Istituto di previdenza (l’Inpgi), alla Cassa sanitaria (la Casagit) e al Fondo complementare. Una intesa che metta fine ad ogni incomprensione, sovrapposizione e gelosia di ruolo.
È questa la convinzione di fondo con la quale, dopo qualche incertezza, ho risposto positivamente alla sollecitazione di alcuni colleghi a scendere in campo candidandomi al Consiglio regionale dell’Emilia Romagna e mettendomi a disposizione per il ruolo di Presidente, sempre che gli elettori prima ed il Consiglio eletto dopo rispondano positivamente a tale disponibilità. La lunga esperienza all’interno del gruppo dirigente della Federazione della stampa dovrebbe aiutarmi a dare un contributo non banale.
Abbiamo aderito – io e la squadra che assieme a me concorre al voto di domenica primo ottobre ed all’eventuale ballottaggio della domenica successiva – all’appello che il Consiglio Direttivo dell’Associazione stampa dell’Emilia Romagna ha rivolto ai candidati proprio nella direzione di dar vita ad un forte e stabile Coordinamento tra gli enti che il giornalismo italiano si è dato nel corso della sua lunga storia.
Si tratta di dare all’Ordine un ruolo nel far fronte alla grave crisi che investe la nostra professione non solo dal punto di vista occupazionale, ma pure della funzione vera e propria che il giornalismo ha da svolgere nella società. Ed è proprio su questo secondo fronte che l’Ordine può dare un contributo. Si tratta, anche, di essere in prima fila nella battaglia contro bavagli, aggressioni verbali e fisiche, intimidazioni e minacce che da anni sono pane quotidiano per i colleghi che si occupano delle questioni più scottanti, come è il caso della presenza e della penetrazione della malavita organizzata di cui in Emilia Romagna, purtroppo, abbiamo un esempio di scuola.
È evidente che ciò riguarda soprattutto il Consiglio nazionale, ma anche gli Ordini regionali possono dare, e lo debbono fare (e non sono pochi quelli che lo hanno fatto), un contributo per una professione forte e svolta in modo efficace e corretto a servizio della società. Lo strumento c’è: ed è la formazione obbligatoria che deve essere sempre più qualificata, mantenendo il carattere di gratuità e di diffusione sul territorio proprio perché sia davvero fruibile da tutti i colleghi. Lo strumento dei corsi online è insostituibile, ma il rapporto diretto con i docenti ed il ritrovarsi tra tanti colleghi, come è avvenuto finora in Emilia Romagna (dove si sono svolti il maggior numero di corsi e si è avuta la più alta affluenza ad essi), è altrettanto insostituibile.
Molte sono le cose che debbono cambiare e sulle quali anche i Consigli regionali debbono pronunciarsi ed adoperarsi perché si affermino soluzioni innovative a livello nazionale. È il caso della rappresentanza di genere che da una modifica del sistema elettorale arcaico ora in uso per eleggere gli organi di governo dell’Ordine potrebbe non dico trovare, ma avviarsi ad una soluzione se solo si ottenessero norme che prevedano un meccanismo di voto moderno che abbia tra i suoi obiettivi quello di favorire la partecipazione e non di renderla difficoltosa come l’imporre viaggi anche lunghi per poter andare a votare per l’esiguità del numero di seggi che la norma vigente consente di aprire.
Molti sono i temi sui quali in Emilia Romagna ci si deve impegnare. Dalla sempre più efficace gestione della Fondazione che l’Ordine promosse già anni orsono ed il cui impegno è stato finora totalmente assorbito dalla formazione a quella del rapporto con l’Università di Bologna nell’ambito del Master in giornalismo. Non si parte certo da zero, ma si tratta di andare avanti migliorando e qualificando ulteriormente quanto già fatto. (giornalistitalia.it)

                                                                Giovanni Rossi

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