Fino al 14 luglio a Palazzo Fondi. Il figlio Giulio: “Dimenticato per troppo tempo”

Napoli ricorda Mario Francese, 40 anni in cronaca

Mario Francese con Ninetta Bagarella, moglie di Totò Riina, al Tribunale di Palermo: è stato l’unico a riuscire ad intervistarla

NAPOLI – Sarà inaugurata oggi a Napoli, alle ore 17 a Palazzo Fondi, la mostra “Mario Francese, 40 anni dopo: una vita in cronaca” che raccoglie foto del giornalista assassinato il 26 gennaio 1979 sotto la sua abitazione, al rientro da una giornata passata al “Giornale di Sicilia”. Organizzata dal Napoli Teatro Festival, rimarrà aperta fino al 14 luglio e l’ingresso è gratuito.

Mario Francese

Francese fu il primo a scrivere di una commissione di Cosa Nostra e di una frattura tra i viddani di Corleone e la mafia tradizionale. Fu l’unico a intervistare Ninetta Bagarella, moglie di Totò Riina e sorella del killer che lo ucciderà. Fu il primo a parlare del caso di Peppino Impastato come di un omicidio e a scrivere degli appalti e subappalti in mano a Cosa Nostra.
Gli scatti lo ritraggono mentre intervista, raccoglie indizi e testimonianze, tra le strade, i vicoli e le botteghe del centro storico di Palermo, i corridoi del Palazzo di Giustizia, le campagne della provincia del capoluogo siciliano.
Le foto mostrano stralci dei suoi articoli sulle pagine del “Giornale di Sicilia” accompagnate da didascalie esplicative tratte da articoli, interviste, testimonianze che raccontano il giornalista e l’ambiente in cui operava. Ricordarne la figura vuol dire dare nuovo valore al giornalismo d’inchiesta, in un’epoca in cui la professione è seriamente messa in crisi.

Giulio Francese

“Napoli come Palermo ha conosciuto il sacrificio di un giornalista, Giancarlo Siani, e sono contento che questa mostra si faccia qui”, afferma Giulio Francese, figlio di Mario, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Sicilia, commentando questa “prima volta” che la mostra lascia l’isola per il Continente. “È un modo – sottolinea Giulio Francese – per far conoscere meglio, anche altrove, la figura di mio padre, che era stata dimenticata da troppo tempo”. (giornalistitalia.it)

I commenti sono chiusi.