È stato segretario dell’Odg, vicepresidente Fnsi e presidente della Casagit e dell’Inpgi

Morto il giornalista Orlando Scarlata

Orlando Scarlata

Orlando Scarlata

PALERMO – È morto oggi, a Palermo, Orlando Scarlata, uno dei protagonisti degli istituti di categoria del secolo scorso. Aveva 86 anni. Nato a Potenza il 13 maggio 1931, era giornalista professionista iscritto all’Ordine di Sicilia dal 1 settembre 1955. La Sicilia l’aveva, infatti, adottato ed all’isola, che ha tanto amato, ha dedicato tutta la sua vita, da giornalista e da difensore dei diritti dei siciliani e dei colleghi che, a migliaia, hanno appreso da lui i ferri del mestiere e da lui sono stati assistiti e difesi in tutti gli istituti di categoria dei giornalisti.
Dal 1965 al 1971 è stato presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, dal 1971 al 1989 consigliere nazionale e segretario dell’Ordine, quindi vicesegretario della Federazione Nazionale della Stampa, presidente della Casagit, la Cassa autonoma di assistenza integrativa dei giornalisti italiani, fondata assieme ad Angiolo Berti, quindi presidente dell’Inpgi, l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani. Padre fondatore dell’Unione Nazionale Giornalisti Italiani, attualmente era presidente onorario dell’Associazione Siciliana della Stampa.
Caporedattore della sede regionale Rai della Sicilia, ha ideato e condotto centinaia di trasmissioni televisive, dalla politica allo sport, soprattutto del calcio, del quale è stato narratore competente e tifoso appassionato dei rosanero del Palermo.
Orlando Scarlata lascia la moglie Maria Vittoria Picciotto ed i figli Elide, Filippo e Lorena. I funerali saranno celebrati a Palermo lunedì 22 maggio, alle ore 11.30, nella Chiesa del Santo Spirito nel Cimitero monumentale di Sant’Orsola. (giornalistitalia.it)

4 commenti

  1. Salvatore Taormina

    Ciao Orlando, grande amico. Non potrò dimenticare. RIP

  2. Un giornalista al quale la categoria deve molto. Un personaggio “forte” che ha attraversato anche la mia vita professionale più volte. Un punto di riferimento e sul piano sindacale e su quello previdenziale.
    Sempre attento, vicino ai colleghi, infaticabile. Il mio primo ricordo risale a quando, ero giovanissimo e lui presidente dell’Ordine in Sicilia mii telefonò per comunicare che la mia domanda di iscrizione tra i pubblicisti era stata respinta perché la mia attività e retribuzione era da professionista. Pochissimo tempo dopo professionista lo diventai.
    Ho ancora vivo il ricordo di quando lo incontrai a Roma prima degli esami professionali. Era segretario nazionale dell’Ordine. Molto francamente mi disse: non posso aiutarti, gli esami devi superarli da solo, con le tue forze. Stai calmo durante la prova scritta, vedrai andrà tutto bene. Aveva ragione.
    Da allora con lui e contro di lui ho combattuto battaglie sindacali non sempre vittoriose. Gli sono stato accanto in molti congressi nazionali dove nell’interesse dei siciliani sapeva “muoversi politicamente”. Poi Inpgi e Casagit.
    Quando ho deciso di andare in pensione, anticipando i tempi, i suoi consigli sono stati preziosi e non posso non essergli grato. Credo che i giornalisti italiani, come me, gli debbano molto anche se spesso hanno dimenticato. Io no.
    Il ricordo di Orlando come giornalista, come sindacalista e soprattutto come “padre” lungimirante e corretto dei nostri enti di categoria resterà in me e spero nella storia del giornalismo italiano.

  3. Massimo Marciano

    È stato uno dei “monumenti” della professione che noi giovanotti di quel tempo vedevamo come punto di riferimento. Ai suoi cari un abbraccio affettuoso.

  4. Germano Scargiali

    Sono ben più giovane e Orlando Scarlata era un mito, con questo cognome che stranamente arieggiava al mio. Era il tempo in cui gli uomini sembravano uomini e probabilmente – con buona pace di Sciascia – spesso lo erano. Più di oggi, voglio dire: chi avrebbe detto ad un professionista che aveva “professionalità”. Logico che l’avesse… Era un mondo che si faceva rispettare, in cui anche gli uffici avevano una facciata da …ufficio. Il razionalismo, stranamente introdotto nell’architettura in Italia, proprio dal fascismo, si è poi trasformato in una generica indeterminatezza culturale e nel cosiddetto relativismo etico. Oggi parliamo di deontologia più che di morale e cerchiamo di imparare a vivere più rettamente ai …corsi di aggiornamento. È un tentativo…
    Immaginate di istruire Orlando Scarlata a 50, 60, 70 anni?

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