L’Assemblea dei redattori respinge la dichiarazione dell’azienda di 35 esuberi su 149

Mondadori: in 11 anni cacciati 346 giornalisti

MILANO – «Dal 2008 a oggi si è passati da 512 giornalisti a 166, ovvero è rimasto in Mondadori meno di un terzo di colleghi. E di questi giornalisti usciti, ne abbiamo avuti 50 solo negli ultimi due anni. Un bollettino di guerra cui si aggiunge ora la richiesta da parte dell’Azienda dell’ennesimo stato di crisi che ha il tono di una decimazione: 35 esuberi su 149 giornalisti (esclusi TuStyle e Confidenze). Ossia: 1 su 4». L’Assemblea dei giornalisti di Arnoldo Mondadori Editore, riunita oggi a Milano, respinge così la dichiarazione dell’azienda di 35 giornalisti in esubero su 149.
«Dopo anni di quasi ininterrotti stati di crisi che hanno portato a rilevanti sacrifici salariali, dismissioni e pesanti riduzioni del perimetro occupazionale», i giornalisti di Arnoldo Mondadori Editore si trovano, infatti, «di fronte a quella che appare come una vera e propria guerra per la sopravvivenza. L’ennesima richiesta di aprire uno stato di crisi, che dovrebbe incidere del 23% circa sulle nostre retribuzioni, si inserisce infatti in un piano generale di progressiva dismissione della Divisione Periodici e di contestuale focalizzazione sull’area Libri, di cui i vertici aziendali non fanno più mistero. Una dichiarazione che reca peraltro grave danno ai nostri giornali».
«Siamo stati decimati non solo dalla crisi dei periodici, ma anche dalla scelta miope del nostro editore di abdicare progressivamente, di fronte alle difficoltà, al suo ruolo storico di leader del settore», denunciano i giornalisti secondo i quali «anziché rispondere con un piano strategico pluriennale di investimenti alle sfide della rivoluzione tecnologica in atto e dei cambiamenti culturali che ne sono discesi, Arnoldo Mondadori Editore sembra aver imboccato la strada del declino, delle vendite progressive, dei tagli salariali orizzontali, talvolta strutturali, come è stato il caso di TuStyle e Confidenze. E a tutto ciò hanno fatto spesso da contraltare insensate retribuzioni e benefit milionari per alcune tipologie di dirigenti».
«L’Assemblea dei giornalisti – è scritto nella mozione approvata – ricorda che, se Arnoldo Mondadori è diventata la più grande casa editrice italiana, lo deve in gran parte proprio all’impegno quotidiano dei suoi giornalisti, che anche in questi anni difficili hanno continuato a lavorare con senso di responsabilità nelle loro redazioni, spesso ben oltre il proprio orario di lavoro, con straordinari non retribuiti e una pletora di collaboratori esterni, non sottraendosi mai alle nuove e più flessibili mansioni cui sono stati chiamati».
I giornalisti Mondadori rigettano, quindi, l’ipotesi di nuovi sacrifici, «calcolati sulla base di un numero di esuberi esorbitante» e annunciano da subito «una serie di iniziative di lotta, congiuntamente al Cdr e in accordo con i vertici della Associazione Lombarda dei Giornalisti e della Fnsi, volte a scongiurare un destino di smantellamento che è in contraddizione con la storia di una casa editrice che tuttora registra utili». (giornalistitalia.it)

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