Nel libro del giornalista storie, leggende e ricordi con 100 pagine di foto di Maurizio Tosi

Mario Giarda e la sua Novara che sa di nebbia e caffè

Mario Giarda e Paola Turchelli al Circolo del lettori

NOVARA – Il giornalista Mario Giarda parla al Circolo dei lettori di una Novara “personale”, che poi è il tema del suo ultimo libro. Ad introdurre argomento e pubblicazione, (editrice Lazzarelli, 29,90 euro, 224 pagine un centinaio delle quali occupate dalle fotografie di Maurizio Tosi), Paola Turchelli, ex assessore all’istruzione della città e autrice della prefazione.
Già il titolo – “Novara sa di nebbia e caffè” – obbliga a una spiegazione Mario Giarda, un novarese doc ha iniziato a lavorare alla Gazzetta del popolo.
Quando il giornale è fallito, ha trovato occupazione al Corriere della Sera nella redazione Cultura.
Rientrando a casa si trovava in quell’ovatta umida che isola e nasconde: «Mi sentivo solo, ma per fortuna c’era sempre da qualche parte un bar aperto da cui veniva l’odore del caffè».
Il libro racconta, appunto, di una città “personale”, quella di Giarda, che avverte: «Ognuno può vedere la sua, che non è necessariamente quella che ho raccontato io».
L’autore non ha cercato luoghi turistici. Da cronista, più che dei palazzi, si è interessato delle storie e dei personaggi che, alle storie, stanno dietro.
I suoi capitoli? La musica, i librai, il teatro e i fantasmi. Dei fantasmi parla diffusamente, raccontando vicende antiche ed episodi più contemporanei.
Per esempio. Al castello della città compare periodicamente Bianca di Savoia, sposata con Galezzo Visconti e da lui uccisa dopo tremende torture. Lei, per vendicarsi, ha preso a comparirgli di notte per dargli fastidio. E, continuando fino a oggi: «Questa la leggenda, – chiosa Giarda  – in realtà non è vero niente perché Galeazzo è morto otto anni prima. Il delitto è impossibile». Eppure la caccia al fantasma continua. Un altro essere che viene dall’aldilà fa l’autostop sul curvone di Agognate, che è una frazione di Novara. Compare con un abito bianco e una macchia di caffè. In effetti, in quella zona è accaduto un delitto nel 1870, ma la ricerca di Giarda implacabilmente la stronca.
La vittima dell’assassinio era un uomo. Quella è una leggenda che esiste in ogni paese del mondo e probabilmente dappertutto sono inventate del tutto. O quasi. Le pagine di “Novara sa di nebbia e di caffè”, tra mito e realtà, sono insomma coinvolgenti. (giornalistitalia.it)

 

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