L’amarezza di giornalisti e poligrafici: “Genova ha mostrato una totale indifferenza”

L’ultima Gazzetta: “Chiudiamo a testa alta”

Gazzetta del LunedìGENOVA – Dopo l’ultimo numero del Corriere Mercantile, uscito ieri, è la volta della “Gazzetta del Lunedì”, il settimo numero del quotidiano genovese che cessa oggi le pubblicazioni strangolato dal taglio dei contributi pubblici e dal “matrimonio” tra Il Secolo XIX di Genova e La Stampa che, prima dell’accordo, per quindici anni è andato in edicola in tandem con il quotidiano piemontese.
“Grazie ai nostri lettori” è il titolo che campeggia a tutta pagina nell’edizione odierna. “Chiudiamo, ma con la testa alta”, ribadiscono i lavoratori della Cooperativa “Giornalisti e Poligrafici” che ha deciso la sospensione dei giornali approvata dall’assemblea dei soci “dopo una lunga storia fatta di sacrifici e inutili attese”.
“Una decisione – spiegano il direttore Mimmo Angeli ed i colleghi della redazione – presa dopo aver constatato l’impossibilità di far fronte agli impegni quotidiani per la mancanza di liquidità. Il Governo, a oggi, non ha ancora comunicato l’importo da postare nel bilancio 2014 confermando, nei fatti, di continuare a tradire le attese di oltre cento testate giornalistiche no profit nazionali alle prese con le croniche inadempienze di uno Stato incapace di affrontare la grave crisi della nostra editoria. A parole ci sono impegni in una nuova Legge e a finanziamenti certi. Ma, come abbiamo ripetutamente detto ai responsabili del settore ministeriale, il rischio di avere una Legge senza più giornali diventa ogni giorno sempre più concreto.
“Noi, nonostante tanti appelli, siamo costretti ad alzare bandiera bianca”, concludono amaramente i giornalisti e poligrafici del “Mercantile” e della “Gazzetta”, non senza aver ricordato che “la nostra è stata una battaglia combattuta in piena solitudine in una città che, a parte qualche eccezione, ha mostrato la totale indifferenza verso una così antica e gloriosa testata nata nel lontano 1824. D’altra parte era già accaduto, come abbiamo ripetutamente sottolineato, per altri importanti marchi e realtà produttive costretti a chiudere, trasferirsi, passare di mano nel silenzio assordante di una città sempre più povera”. (giornalistitalia.it)

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