Che emozione, l’arrivo! Ora riposeranno i piedi, ma non la penna del giornalista...

Lorenzo e Angelo a Santiago: l’avventura è finita

La gioia di Lorenzo Del Boca e Angelo Moia arrivati alla cattedrale di San Giacomo a Santiago de Compostela dopo aver marciato per un migliaio di chilometri (foto Giornalisti Italia)

SANTIAGO DE COMPOSTELA (Spagna) – Entrare nella piazza dell’Obradorio è sempre un’emozione. Per Lorenzo e Angelo non è la prima volta, ma le ombre delle guglie della cattedrale di San Giacomo scaldano il cuore e mettono di buon umore.
Il cammino finisce lì, tra mille altri pellegrini che mescolano linguaggi qualche volta improbabili, si abbracciano, saltano per farsi fotografare a gambe all’aria e si guardano gambe e piedi segnati dalle vesciche.
Ognuno col suo bagaglio di ricordi difficilmente condivisibili, tanto sono personali.

Lorenzo Del Boca cammina sul basolato romano (foto Giornalisti Italia)

Lorenzo Del Boca e Angelo Moia erano partiti da Cabo da Roca, Lisbona, e per un migliaio di chilometri (mal contati) hanno marciato verso nord.
Strade e sentieri sono quelli tracciati dai romani. Sconfitto Annibale e cacciati i cartaginesi dalla penisola iberica, realizzarono una rete di comunicazione che, a distanza di duemila anni, non può che meravigliare.
A volte, Lorenzo e Angelo hanno camminato sui lastroni di basolato fisicamente interrati dal secondo secolo avanti Cristo. Altre volte si sono trovati sull’asfalto, ma l’indicazione “estrada romana” è sufficiente a testimoniarne l’origine.
Questo per dire che il cammino portoghese è il più antico per costruzione e il primo utilizzato quando si è diffusa la devozione per l’apostolo San Giacomo. Poi, però, i pellegrini hanno finito per privilegiare altri itinerari al punto che, quando si parla di cammino di Santiago, si intende il “frances” che parte dai Pirenei, da San Jean Pied de Port.
Solo da qualche anno il “portoghese” è tornato di moda e, francamente, merita il titolo di primo della classe.
Oltre ad attraversare Coimbra ed Oporto (che per l’università e l’industria meriterebbero una visita speciale) il percorso attraversa boschi sterminati di eucalipti, si infila nella sabbia dell’Atlantico e permette di scoprire documenti di arte altrimenti irrecuperabili.

E, finalmente, anche a Santiago Lorenzo e Angelo fanno sventolare la bandiera del Venerdì Santo di Romagnano Sesia (foto Giornalisti Italia)

Impossibile una classifica dei posti più belli ma, giusto per azzardare, Lorenzo e Angelo segnalerebbero la “ruta de la pietra y del agua”, tra Armenteira e Vilanova de Arousa. Sette chilometri lungo la riva di un torrente che, adesso, sembrerebbe modesto ma che per 150 anni, ha rappresentato la forza per muovere le ruote di una quarantina di mulini. Ancora a metà Novecento, questo era il comparto industriale della regione di Pontevedra.
Della maggior parte di quelle costruzioni sono rimasti mucchi di sassi, ma il mulino “da Ponte”, quello “Novo” e il “Salveiro” sono stati restaurati a testimonianza di un capitolo di archeologia industriale.
E poi l’ospitalità nel convento delle monache cistercensi, la tratta in barca sulle orme delle reliquie di San Giacomo e la visita delle “Republicas”, gestite autonomamente da un comitato di studenti universitari.
A Lendiosa, una signora ha rincorso Lorenzo e Angelo per offrire loro una confezione di latte e cacao per dare loro energia. Forse i due pellegrini avevano la faccia stravolta tanto da incoraggiare un intervento di aiuto. Forse, passandole davanti casa, le sono risultati simpatici. Certo un atto di generosità così spontaneo e disinteressato, merita di essere apprezzato e sottolineato. Peccato che Lorenzo e Angelo, sorpresi da un gesto così raro, siano riusciti soltanto a bofonchiare un “grazie” in due o tre lingue, senza chiederle come si chiamava.

Immancabile anche una foto sulle spiagge dell’Atlantico (foto Giornalisti Italia)

E poi le specialità della tavola: il polipo alla “gallega”, i peperoni di Padron o una qualunque delle 150 ricette di baccalà, ognuna delle quali capace di resuscitare anche i morti.
Con la soddisfazione di aver portato a termine un progetto, ma con il rimpianto che l’avventura è finita, è tempo di tornare. A casa, in quel di Romagnano Sesia, riposeranno i piedi dei nostri pellegrini d’eccezione, ma – ne siamo certi – non la penna del giornalista. La Utet, o chi per lei, aspetta la nuova guida del cammino di Santiago firmata Del Boca. E, magari, anche stavolta, come accaduto per la Via Francigena, Giornalisti Italia sarà annoverato come fedele compagno di viaggio. (giornalistitalia.it)

 

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