Ucciso Haruna Yukawa, chiesta la liberazione della terrorista Sajida al-Rishawi

Isis minaccia di decapitare il giornalista Kenji Goto

Kenji Goto

Kenji Goto

TOKIO (Giappone) – Kenji Goto Jogo, il giornalista giapponese nelle mani dell’Isis, sarà ucciso come il suo compagno di prigionia, Haruna Yukawa, 42 anni, se il Giappone non riuscirà a convincere la Giordania a liberare la terrorista irachena Sajida al-Rishawi, condannata per la strage che, nel 2005, provocò la morte di 38 persone. Lo hanno comunicato i jihadisti sottolineando che il mancato pagamento del riscatto richiesto (200 milioni di dollari) ha già causato l’esecuzione di Haruna Yukawa.
A tal proposito, il portavoce del governo di Tokyo, Yoshihide Suga, ha reso noto che le immagini che mostrano la morte dell’ostaggio giapponese decapitato dai militanti dell’Isis, sono “verosimilmente autentiche”.
Di Haruna Yukawa, ricorda l’Ansa, è stato diffuso un nuovo video nel quale l’altro ostaggio giapponese, il giornalista Kenji Goto Jogo, 47 anni, mostra la foto del compagno decapitato dai jihadisti. Il video è stato inviato per email alla moglie della vittima.
Il Site, il sito Usa di monitoraggio dei jihadisti sul web, è stato il primo a riferire che uno dei due ostaggi giapponesi era stato decapitato, secondo quanto si vede nel video, dove sono anche presenti le nuove richieste dell’Isis.
“Guardate la foto del mio compagno di prigionia Haruna massacrato nella terra dell’Isis. Eravate stati avvertiti”, ha detto il giornalista Kenji Goto Jogo. L’ostaggio ucciso era un contractor. Nel video, che dura due minuti e 56 secondi, Kenji Goto Jogo presenta, dunque, la nuova richiesta dei suoi rapitori: il rilascio di “Sajida al-Rishawi” in carcere in Giordania.
Il governo giapponese sta verificando in una riunione d’emergenza il video diffuso dall’Isis. “Un atto imperdonabile e oltraggioso”, ha commentato il premier giapponese Shinzo Abe, che ha chiesto il “rilascio immediato” dell’altro ostaggio.
Junko Ishido, madre del giornalista freelance Goto, ha lanciato un disperato appello ai rapitori sottolineando, in lacrime, che “Kenji non è nemico dello Stato islamico”, descrivendo il figlio come una persona con “un forte senso della giustizia”.

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