Il Gruppo Gedi vuol tagliare gli stipendi del 30 percento e chiudere il sito on line

L’Espresso, 10 giorni di sciopero contro i tagli

Laura Cioli, amministratore delegato del Gruppo Editoriale Gedi

ROMA – Il Gruppo Gedi Editoriale spa propone una riduzione del 30 per cento degli stipendi e la chiusura del sito on line l’assemblea dei giornalisti proclama lo stato di agitazione e affida al Comitato di redazione un pacchetto di 10 giorni di sciopero.
Oggi, infatti, il management del gruppo Gedi, editore dell’Espresso, ha comunicato al Cdr la volontà di applicare a tutta la redazione un contratto di solidarietà che comporterebbe un taglio del 30 per cento degli stipendi dei giornalisti, e alla chiusura di fatto del sito Internet del giornale. Un sito che in questi anni ha pubblicato autonomamente decine di scoop e fatto da cassa di risonanza alle notizie esclusive del settimanale.
“Nel corso degli ultimi dieci anni – ricorda il Cdr – la redazione dell’Espresso è stata falcidiata da tagli e prepensionamenti, tanto da essere stata più che dimezzata nel personale. Il giornale ha subito anche pesanti riduzioni alla foliazione e al budget. Contestualmente l’azienda non ha mai avviato alcun serio piano di rilancio e di investimenti”.
Il Comitato di redazione ricorda anche che “negli ultimi 63 anni, L’Espresso è stato protagonista della storia giornalistica, politica e culturale di questo Paese, permettendo al Gruppo e ai suoi azionisti di registrare notevoli profitti”.
“In un momento storico in cui L’Espresso e l’informazione sono sotto attacco”, l’assemblea dei giornalisti respinge, dunque, “in maniera categorica e all’unanimità” la proposta dell’azienda, e affida al Comitato di redazione un pacchetto di 10 giorni di sciopero e la valutazione dell’uso di altre forme di agitazione e lotta, che verranno eventualmente attuate dopo la presentazione dei dati economici già richiesti dal Cdr e che l’azienda si è impegnata a fornire.
“L’assemblea dell’Espresso – incalza il Cdr – rifiuta tagli indiscriminati al costo del lavoro, che comprometterebbero fin dall’inizio il successo del nuovo piano editoriale presentato oggi dal direttore al Comitato di redazione”. (giornalistitalia.it)

 

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