Il progetto di legge in aula lunedì. Oltre 20 giornalisti in sciopero. Protesta l’Assostampa

La Regione Toscana abroga il contratto giornalistico

FIRENZE – Un proposta di legge che abroga il contratto nazionale di lavoro giornalistico nelle strutture della Regione e abroga la legge istitutiva delle due strutture del Consiglio e della Giunta Toscana: è quanto dovrebbe andare in Consiglio regionale nella prossima seduta del 21 luglio, secondo quanto denunciano i giornalisti del Consiglio regionale che ora annunciano tre giorni di sciopero. È «un vero e proprio blitz estivo – spiegano in una nota – che si sta consumando contro i giornalisti dell’Ufficio Stampa del Consiglio regionale e dell’Agenzia per l’informazione della Giunta, in tutto oltre 20 redattori, ma che rischia di coinvolgere ben più personale anche senza inquadramento giornalistico».

Il corridoio della sede del Consiglio Regionale delle Toscana (foto Giornalisti Italia)

I redattori spiegano di aver appreso della legge di abrogazione con «informazioni vaghe e indefinite, rilasciate nel corso di una riunione convocata dall’Ufficio relazioni sindacali della Regione» e che «le nuove ipotesi di inquadramento professionale, ruolo, mansioni, funzioni, nomina dei vertici sono al momento sconosciute. Sconcerta – aggiungono – che proprio in Toscana si calpestino così palesemente i diritti e la dignità dei lavoratori e che a stento li si informi sul loro futuro. Il diritto alla concertazione è basilare, tanto più lo dovrebbe essere in Toscana dalle istituzioni portata sempre come modello di virtù e tutela della dignità dei lavoratori». Per questo motivo i giornalisti dell’Ufficio stampa del Consiglio regionale proclamano tre giorni di sciopero per le giornate di martedì 21 luglio, martedì 28 luglio e mercoledì 5 agosto e, fanno sapere, «valuteranno la messa in campo di altre misure».
La legge in questione, secondo quanto si apprende, è di iniziativa della Giunta toscana che dovrebbe licenziarla lunedì 20 luglio, in modo che sia inserita all’ordine del giorno per l’approvazione da parte del Consiglio regionale il giorno seguente.

Paolo Marcheschi

I giornalisti sarebbero stati informati soltanto mercoledì scorso durante una riunione con il sindacato, il Cdr e il fiduciario. La proposta di legge per abrogare il contratto nazionale di lavoro giornalistico nelle strutture della Regione risponderebbe all’esigenza di applicare l’articolo 18 bis del contratto funzioni enti locali che ha introdotto la figura del giornalista e del comunicatore pubblico.
Tuttavia, secondo i giornalisti del Consiglio regionale, «l’accelerazione» della Regione Toscana è «inspiegabile e le motivazioni poste alla base di tutta questa fretta sono irricevibili». Paolo Marcheschi, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, osserva che «in una riunione dei capigruppo la maggioranza ha spiegato che l’atto serve per fare la parifica di bilancio, ma noi non ne siamo molto convinti. Fa impressione il fatto che in zona Cesarini, con la legislatura che dovrebbe essere già finita, ci si ricordi che si deve fare questo provvedimento altrimenti non si parifica il bilancio. Stiamo chiedendo approfondimenti. Ritengo che si dovrebbe mettere al corrente le commissioni consiliari di quanto sta accadendo».

Sandro Bennucci

Il presidente Sandro Bennucci e tutti gli organismi dirigenti dell’Associazione Stampa Toscana  hanno appreso con profonda preoccupazione la decisione della Regione di voler approvare una norma che superi il contratto di lavoro giornalistico applicato ai colleghi dell’Agenzia della Giunta e dell’Ufficio stampa del Consiglio regionale fin dal 2006. Applicazione che Ast aveva voluto e difeso.
L’Assostampa Toscana, assistita dall’ufficio legale e sindacale della Fnsi, ha, comunque, ottenuto rassicurazioni dalla Regione circa l’applicazione delle tutele di legge, affinché nessuno dei colleghi subisca arretramenti negli stipendi e nel trattamento in godimento, in attuazione peraltro di quanto già previsto da una norma di salvaguardia nazionale con cui l’ultima Finanziaria ha emendato la legge 150 del 2000 sugli uffici stampa della pubblica amministrazione e richiamata anche dalla Consulta nella  recente sentenza che ha riguardato gli uffici stampa della Basilicata.
L’Ast comprende la viva preoccupazione dei colleghi, sfociata, per quanto riguarda i giornalisti dell’Ufficio Stampa del Consiglio regionale, in tre giorni di sciopero. Per questo auspica un’interlocuzione fattiva e costruttiva con la Regione per gestire questo percorso.
Il tema di quale contratto di lavoro debba essere applicato ai giornalisti delle agenzie e degli uffici stampa delle Regioni si è imposto, a livello nazionale, dopo l’approvazione, nel 2018, del nuovo contratto del pubblico impiego Funzioni Locali, che ha rinviato ad una coda contrattuale la disciplina di chi, fino ad allora, in forza di leggi regionali, si era visto applicare il contratto di lavoro giornalistico. Ancor di più si è messo in evidenza in seguito a una giurisprudenza consolidata della Corte Costituzionale, che dal 2019 ad oggi si è pronunciata sulla incostituzionalità di tre diverse leggi  regionali che applicavano il contratto di lavoro giornalistico: prima il Lazio, poi il Veneto e per ultima la Basilicata. Nel frattempo il Parlamento ha approvato una norma di salvaguardia per i contratti in essere.
Ast, in stretto contatto con il Cdr dell’Agenzia della Giunta e con la collega fiduciaria del Consiglio, vigilerà sulla norma regionale che sarà approvata e, in collaborazione con l’ufficio legale e sindacale della Fnsi, tutelerà fino in fondo gli interessi e la professionalità dei colleghi. (giornalistitalia.it)

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