Rizzetto (Fdi) sollecita il ministro del lavoro a scongiurare il tracollo finanziario dell’ente

Inpgi: gli editori hanno risparmiato 1 miliardo

Walter Rizzetto (Fratelli d’Italia)

ROMA – «Quali urgenti iniziative di competenza si intendano adottare per pervenire al risanamento dello stato dell’Inpgi e garantire agli iscritti le prestazioni pensionistiche e di welfare?». A chiederlo, con un’interrogazione a risposta scritta al ministro del lavoro e delle politiche sociali, è l’on. Walter Rizzetto (Fratelli d’Italia).
Nell’interrogazione, presentata in Commissione Lavoro della Camera, Rizzetto ricorda che «l’istituto nazionale di previdenza dei giornalisti (Inpgi) è ormai al tracollo finanziario, con un passivo di 242 milioni di euro, una perdita giornaliera di 665 mila euro e una riserva tecnica che non copre i due anni» e che «a fronte di tale situazione, l’Inpgi non è in grado di garantire le pensioni presenti e future, nonostante siano stati versati regolarmente i contributi».
«Tale dissesto – sottolinea il deputato di Fratelli d’Italia – non è il risultato della gestione dell’ultimo anno, ma è conseguenza di un percorso, iniziato nel 2011, di crescente erosione del patrimonio dell’istituto stimato in 1 miliardo e 200 milioni, dovuto, in particolare, al pagamento quale sostituto dell’Inps degli ammortizzatori sociali, dei relativi contribuiti previdenziali figurativi e delle prestazioni assistenziali».

Il ministro del lavoro Andrea Orlando

Con la «legge Rubinacci» (n. 1564 del 1951), l’Inpgi ha, infatti, garantito con centinaia di milioni di euro il pagamento delle prestazioni assistenziali e previdenziali dei giornalisti italiani, nonché dal 1981 gli ammortizzatori sociali, senza ricevere alcun ristoro dallo Stato. Solo dal 2009, l’ente riceve 20 milioni di euro per i prepensionamenti e da quest’anno – in osservanza di una disposizione prevista nella legge di bilancio n. 178 del 2020 – anche il rimborso delle spese per gli ammortizzatori sociali e per gli incentivi all’occupazione».
L’on. Rizzetto denuncia che, «al contrario, invece, dagli editori non ha incassato per 65 anni, dal 1951 al 2016, i contributi previdenziali nella stessa percentuale che gli editori stessi avrebbero dovuto pagare all’Inps. Al riguardo, emerge che tale mancato incasso ha permesso agli editori, in 65 anni, di risparmiare addirittura circa 1 miliardo di euro. E tutto ciò ha contribuito a devastare la situazione economica generale dell’Istituto; l’Inpgi, inoltre, è stato ulteriormente danneggiato, a causa della parziale attuazione della legge n. 150 del 2000 sull’informazione, considerato che ancora i contributi di un numero importante di dipendenti della pubblica amministrazione vengono, erroneamente, versati all’Inps anziché all’Inpgi».
«È necessario, dunque, – conclude Rizzetto – individuare ogni iniziativa utile a tutelare la previdenza dei giornalisti». (giornalistitalia.it)

 

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