Il futuro del sistema non desta alcuna preoccupazione, ma occorre renderlo dignitoso

Inpgi 2: una sfida aperta per i liberi professionisti

inpgiTORINO – I riflettori del mondo del giornalismo sono da tempo accesi sul futuro della previdenza dei colleghi, ciò a seguito dei dubbi che da più parti sono stati avanzati sulla tenuta dell’istituto che gestisce la previdenza del settore e delle successive manovre che il Cda dell’Inpgi ha messo in atto per assicurare la tenuta finanziaria, attuale e prospettica, delle casse e del patrimonio dell’istituto.
Non sfugge che il dibattito si è focalizzato sull’Inpgi 1, la sezione che gestisce la previdenza dei colleghi “dipendenti”, ma sembra giunto il momento di occuparsi anche della gestione separata, ciò che in gergo è etichettato come Inpgi 2, la sezione che si occupa della previdenza dei “liberi professionisti”, molto importante per l’ente di Via Nizza, sia per il numero degli iscritti, che supera le 41.000 unità, che per le masse amministrate.
I motivi per cui occuparsi di Inpgi 2 sono diametralmente opposti agli avvisi preoccupati lanciati per la gestione principale: i dati fondamentali di Inpgi 2: patrimonio, numero di iscritti, rapporto tra contributi e prestazioni e sostenibilità attuariale, delineano un quadro di totale garanzia per i colleghi. Non desta, quindi, preoccupazione il futuro di un sistema che si basa sul calcolo contributivo dell’assegno pensionistico, calcolo che ne assicura l’equilibrio attuale e futuro, bensì, come più volte evidenziato, l’adeguatezza prospettica delle prestazioni. La media delle pensioni erogate da Inpgi 2 è di 1.100 euro lordi annui, inoltre la gran parte degli iscritti alla gestione separata non può godere del sistema di welfare a disposizione dei loro colleghi “dipendenti”.
L’obiettivo primario che il Comitato amministratore della gestione separata si pone per questo quadriennio è, quindi, di trovare soluzioni possibili per rendere più dignitoso il sistema previdenziale, e di welfare, degli iscritti.
Non a caso abbiamo citato il welfare, dal quale gran parte degli iscritti a Inpgi 2 è escluso, per il quale le risorse disponibili nel fondo di riserva possono essere destinate alla copertura Casagit per i liberi professionisti che ne facessero richiesta, mentre alle forme di sostegno al reddito, come la creazione di un fondo per i parasubordinati che, nel momento in cui cessa il rapporto di lavoro, non hanno altre fonti reddituali, si può pensare di destinare un fondo ad hoc alimentato dagli extra rendimenti patrimoniali.
Altri obiettivi da perseguire sono l’adeguamento al minimo della pensione sociale per chi non ha altre forme di assicurazione per la vecchiaia e la ricongiunzione nell’Inpgi2 dei contributi versati in passato alla gestione separata Inps, sfruttando in tal modo la finestra aperta dal confronto tra Governo e sindacati sul ricongiungimento non oneroso delle varie gestioni previdenziali.
I provvedimenti delineati, ed altri che dovessero essere progettati, devono inserirsi nella ricerca di sinergie ed alleanze con le altre casse professionali, e nella costruzione di un quadro interno di richieste omogeneo, al fine di fare fronte comune nei confronti di Governo e del Parlamento.
Infine, non possiamo evitare di fare i compiti a casa, ossia di ricercare nuovo impulso amministrativo e gestionale interno a favore degli iscritti all’Inpgi 2, che meritano la nomina di un vice fiduciario con delega alla gestione separata per ogni circoscrizione.

Paolo Manna
Vicepresidente pubblicista Associazione Stampa Subalpina

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