Mattarella scrive al direttore Rosa Rubino: “Impegno e valori a cavallo dei secoli”

Il Vomere, il giornale dei primati

Rosa Rubino e Sergio Mattarella

MARSALA (Trapani) – Una storia esemplare, quella de “Il Vomere”, settimanale fondato da Vito Rubino nel lontano 1896, che non ha mai cessato le pubblicazioni, proseguendo il suo cammino sotto la guida della stessa famiglia. Diretto, oggi, da Rosa Rubino – nipote del fondatore e direttore responsabile del giornale, –, affiancata da Alfredo Rubino – il direttore editoriale, anche lui nipote del prof. Vito – e da Riccardo Rubino – condirettore e pronipote del fondatore – Il Vomere ha ricevuto l’elogio nientemeno che del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
“Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella mi prega di riferirle il suo apprezzamento – scrive Giovanni Grasso, consigliere del capo dello Stato per la Stampa e la Comunicazione, nella lettera indirizzata a Rosa Rubino – per l’impegno dimostrato dalla Sua famiglia in questa lunga avventura editoriale, ringraziandola per l’attenzione dimostrata ai suoi interventi”.
Un sigillo di grande valore per la testata siciliana, che – sottolinea la redazione – non è nuova a riconoscimenti e attestazioni di apprezzamento da parte dalle più alte cariche istituzionali: la lettera di Mattarella segue, infatti, quella del presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, recapitata a luglio al direttore responsabile.

La prima pagina dell’ultimo numero del Vomere

D’altronde vale la pena ricordare che, ripercorrendo la storia del Vomere, troviamo altri illustri estimatori: fra i primi abbonati al giornale di Marsala figura, infatti, il re d’Italia Vittorio Emanuele III.
Libertà, coraggio, impegno sociale sono i valori che hanno segnato la linea guida del giornale, nelle sue pubblicazioni senza soluzione di continuità a cavallo di tre secoli – un vero primato –, e che fanno dire, oggi, al direttore Rosa Rubino – ininterrottamente al timone della testata dal 1987, e siamo al secondo primato, – che “Il Vomere per me non è solo un foglio, ma un figlio”. Di cui andare orgogliosa. (giornalistitalia.it)

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