Chiusura delle redazioni di Caltanissetta, Ragusa e Siracusa. Le denunce di Cdr e Cgil

Il Giornale di Sicilia vuole licenziare 12 giornalisti

Giornale di SiciliaPALERMO – Il Giornale di Sicilia annuncia il licenziamento collettivo di 12 giornalisti, facendo ricorso alla legge 223/1991, ed il taglio del 25 per cento del costo del lavoro della redazione del quotidiano palermitano fondato nel 1860 da Girolamo Ardizzone.
A comunicare al Comitato di redazione la decisione della “Giornale di Sicilia Editoriale Poligrafica spa”, è stato lo stesso presidente-direttore Antonio Ardizzone, da 34 anni al timone del giornale, aggiungendo che la società è pronta a mettere i dodici in mobilità.
Immediata la replica del Cdr che, nel contestare all’editore che “se le cose vanno così male la responsabilità è dei vertici del giornale”, chiama in causa direttamente il direttore-editore Antonio Ardizzone e il condirettore Giovanni Pepi, entrambi “responsabili al 100% delle sorti dell’azienda, nel bene e nel male”.
Nella comunicazione di attivazione della procedura, figura anche il licenziamento dei collaboratori ex articolo 2 e  dei corrispondenti ex articolo 12, mentre dalle notizie assunte dal Cdr sembrerebbe certo che, dopo la chiusura della redazione di Catania, il Giornale di Sicilia punti a chiudere anche quelle di Caltanissetta, Ragusa e Siracusa.
Il Cdr si dice, comunque, pronto a difendere ad ogni costo redazioni e posti di lavoro, mentre il segretario generale della Cgil di Palermo, Enzo Campo, esprimendo solidarietà ai giornalisti, denuncia che “dopo aver ridotto il numero dei poligrafici, sarebbe un suicidio proseguire con altri tagli al personale. Se si vuole – sottolinea Campo – si possono trovare soluzioni alternative alla riduzione del numero dei giornalisti”.
“L’informazione – ricorda il segretario della Cgil – ha un ruolo troppo importante in una realtà come quella siciliana. Sarebbe una scelta suicida per i lavoratori, per i cittadini e per la stessa azienda, in un momento di difficoltà economica e di veloci trasformazioni tecnologiche per l’editoria e la comunicazione, andare avanti solo con i tagli e senza un piano industriale e una politica di rilancio che consentano al giornale di ricoprire quel ruolo competitivo e di riferimento all’interno dei media che i lettori si aspettano. La pubblica opinione ha bisogno di riconoscere l’importanza che il giornale, storico quotidiano nazionale e siciliano, riveste nel panorama della nostra informazione. Il piano industriale che serve deve rispondere ad aspettative di progresso, di crescita e di sviluppo”. (giornalistitalia.it)

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