Al convegno Agcom il ministro Urso e Siddi hanno analizzato il nuovo contesto di mercato

Identità e valori nella TV che cambia

Franco Siddi e Adolfo Urso

ROMA – «Restate con noi. Storie, identità e valori nella TV che cambia». Se n’è parlato a Roma, nella Sala Stampa Estera, in occasione del convegno organizzato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Al centro del dibattito, come promuovere il valore della tv e dell’audiovisivo nel nuovo contesto di mercato. Il ministro Adolfo Urso ha richiamato l’attenzione sul settore radiotelevisivo e sul tema della prominence, mentre il presidente di Confindustria Radio Tv, Franco Siddi, ha posto l’accento su tax credit e quote.
Pensato come momento di approfondimento e confronto tra istituzioni italiane ed europee, operatori di settore (broadcaster, streamer, produttori italiani e internazionali) e accademici sulle prospettive dei mercati audiovisivi, il filo conduttore del dibattito è stato l’approfondimento del concetto di “valore” nell’industria audiovisiva. Tale concetto è stato proposto e sviluppato lungo tre dimensioni – di prodotto, valore delle storie nella produzione dell’identità culturale collettiva; istituzionale, concetto di “social equity”, e suo peso nella brand reputation aziendale; economico, con attenzione specifica al ruolo degli algoritmi nella catena del valore della produzione audiovisiva e nelle forme di engagement del pubblico.
Dopo un’introduzione istituzionale, i panel hanno visto il dibattito dei tre gruppi di stakeholders individuati – broadcasters, streamers e producers – concentrarsi sulla necessità di aggiornare la normativa e regolazione – principalmente direttiva Smav e sua trasposizione italiana nel Tusma e la legge cinema – per mantenere e sviluppare i valori dell’industria audiovisiva italiana nel nuovo contesto di mercato. Per Confindustria Radio Televisioni è intervenuto il presidente Franco Siddi nel panel dedicato ai broadcaster.

Audiovisivo un patrimonio da innovare e non perdere

Adolfo Urso, ministro del Mimit collegato in remoto, ha ricordato che è in corso una riflessione concreta e pragmatica sul sostegno all’industria audiovisiva, comparto importante del Made in Italy, in raccordo con Agcom e Ministero della Cultura.

Adolfo Urso

«Si sta lavorando – ha affermato – sul tax credit alla produzione audiovisiva e sul sostegno all’emittenza tutta, private e pubblica, compresa la “migliore emittenza locale”, che devono essere in grado di competere a livello globale. Si sta partendo dal sostegno alla trasformazione digitale, perché l’audiovisivo è un patrimonio da innovare ma non perdere».
Urso ha aggiunto che «si lavora anche (soprattutto Agcom con Auditel) sulla granularità delle misurazioni delle audience TV anche online, per aumentarne la competitività sulla risorsa pubblicitaria, e su trasparenza e metriche univoche per l’ambiente online, per evitare opacità».
Per quanto riguarda gli algoritmi e i sistemi di raccomandazione, il ministro ritiene necessario un monitoraggio ed eventualmente un intervento regolativo per garantire piena libertà di scelta ai cittadini a partire dai più deboli, come i minori. A questo riguardo in legge di bilancio si sono  proposte misure a diversi dipartimenti – politica famiglia, politiche giovanili e trasformazione digitale – per  studi e ricerche su tecnologie degli algoritmi e progetti di alfabetizzazione mediatica e digitale.
Da ultimo, il ministro si è soffermato sul tema della prominence, definito di “cruciale importanza” proprio nella prospettiva della monetizzazione degli ascolti e del valore di social equity dei broadcaster: «A fronte della sfida delle tv connesse occorre guardare anche a chi per anni ha costruito i i propri modelli anche produttivi sullo stretto legame esistente fra il numero sul telecomando e gli ascolti».
Urso ha ricordato la consultazione sulle linee guida indetta da Agocm sul tema, il cui processo è monitorato con attenzione dal Ministero «per assicurare il pluralismo culturale, la libertà di espressione e un’informazione completa degna di una democrazia matura, ma anche storicità del marchio e avviamento commerciale». Il ministro ha, quindi, specificato come il tema della prominence rilevi per la tv, ma anche per la radio.

Semplificazione delle quote, tax credit, e prominence

Franco Siddi, riprendendo la conclusione dell’intervento del ministro Urso, ha ricordato «l’importanza centrale della prominence per i broadcaster, per far sì che il valore sociale attribuito alla televisione e basato sul rapporto fiduciario che il mezzo ha instaurato con il proprio pubblico non venga disperso semplicemente perché i contenuti identitari non sono accessibili agli utenti».

Franco Siddi (Foto Giornalisti Italia)

Il presidente di Confindustria Radio Tv ha rilevato, inoltre, che «minore visibilità e accessibilità si ripercuotono direttamente sulle risorse pubblicitarie, mettendo a serio rischio la sostenibilità del  business degli editori televisivi nazionali».
Siddi ha ricordato poi che «Crtv ha espresso più volte in tutte le sedi istituzionali una forte preoccupazione relativa alla complessità e la farraginosità delle norme relative alle quote di investimento rispetto all’economia del settore dei media, già gravato da innumerevoli adempimenti nei confronti di tutte le amministrazioni pubbliche».
L’Associazione degli editori radiotelevisivi auspica, infatti, «una revisione delle disposizioni, finalizzata all’alleggerimento e alla semplificazione del sistema delle quote secondo i criteri suggeriti dalla legge di delegazione europea». Il presidente di Crtv ritiene, quindi, «importante superare il “tabù del tax credit”, estendendolo. La disciplina attuale è volta a favorire esclusivamente i produttori cd indipendenti».
Tuttavia, la realtà del mercato vede questi ultimi sempre più connessi a grandi gruppi internazionali che, per dimensioni e forza economica, esercitano forme di concorrenza tali da essere non affrontabili dagli operatori nazionali radicati sul territorio. Molte società di produzione sono state acquistate da operatori stranieri, facendo venir meno il requisito dell’indipendenza e dell’italianità.
«Un contesto così profondamente cambiato – ha sottolineato Siddi – deve indurre a ripensare il meccanismo di finanziamento pubblico del sistema, consentendo per parità di condizioni di accesso ai grandi produttori nazionali e applicazione della stessa aliquota prevista per il tax credit cinema (produzione e distribuzione)».
Per Siddi c’è, infatti, «bisogno di una strategia condivisa tra produzione indipendente italiana e operatori televisivi per favorire la crescita di contenuti identitari, in un contesto sempre più sovranazionale: dobbiamo tutti fare uno sforzo per trasformare i tavoli che ci vedono contrapposti su diverse tematiche (quote di programmazione e di investimento, definizioni contrattuali e limitazioni temporali di diritti) in ambienti propositivi, in cui analizzare e affrontare un piano di sviluppo dell’intera produzione audiovisiva italiana. Noi siamo pronti a farlo con l’orgoglio di chi ha investito oltre 10 miliardi negli ultimi 10 anni nella produzione indipendente e vuole continuare a farlo». (giornalistitalia.it)

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