70 anni vissuti tra giornalismo e politica con classe, signorilità e stile impeccabile e severo

Giornalisti Italia: Premio alla carriera a Gianni Letta

Pierluigi Roesler Franz, Gianni Letta e Carlo Parisi

ROMA – “L’occasione fa l’uomo ladro”, recita un vecchio proverbio italiano. È andata così, ieri pomeriggio nel salone di rappresentanza di Notartel, la prestigiosissima Cassa di Previdenza dei Notai Italiani, dove si è riunito il Comitato Scientifico del Premio Isola di Mozia Edizione 2025, e dove alla fine dei lavori della Giuria, il presidente del Comitato Scientifico del Mozia, Gianni Letta, ha ricevuto il Premio alla Carriera di Giornalisti Italia per i suoi 70 anni trascorsi a cavallo tra giornalismo e politica, tra affari di Stato e testi di comunicazione generale.

A consegnare a Gianni Letta questo ennesimo e prestigioso riconoscimento alla sua vita professionale è stato Carlo Parisi, direttore responsabile di Giornalisti Italia, “il giornale dei giornalisti” che ogni giorno racconta la vita del giornalismo e della stampa nel mondo.
Con Carlo Parisi, segretario generale della Figec Cisal, uno dei più grandi e stimati cronisti del nostro Paese: Pierluigi Roesler Franz, componente della Giunta esecutiva della Figec Cisal, a cui è toccato il compito di leggere la motivazione del premio che è solo una estrema sintesi del profilo reale dell’uomo e del politico, del giornalista e del grand commis, di questo Gianni Letta che, all’età di 90 anni compiti il 15 aprile scorso, sembra ancora un giovanissimo cronista carico di entusiasmo, con alle spalle un passato glorioso e un futuro tutto ancora da vivere. Ma è anche questa la magia del personaggio e della sua storia personale.

Gianni Letta, giovane direttore del quotidiano Il Tempo, con Ciriaco De Mita

«Al suo modo di fare giornalismo – si legge nella motivazione impressa sulla pergamena – alla sua classe, alla sua signorilità, allo stile impeccabile e severo che segnò la sua stagione storica alla direzione de Il Tempo di Roma, al suo talento e alla capacità di mediazione e di riconciliazione che hanno fatto di lui uno dei Grand Commis più autorevoli e più ammirati della Storia della Repubblica. Alla sua eterna disponibilità verso tutti e alla modestia disarmante del suo essere in mezzo agli altri. Ancora di più, al suo orgoglio identitario, al suo alto Senso dello Stato, e al suo straordinario carisma professionale».
Il vecchio “direttore” ringrazia, lo fa anche in questa occasione con la sua solita cortesia di sempre, con questi occhi sempre pieni di meraviglia e di disponibilità per chi lo avvicina, disarmante e disarmato, poeta e menestrello insieme, di un mondo che sembra non appartenergli ma che, in realtà, nessuno meglio di lui conosce così bene, e che controlla da lontano con grande autorevolezza e senso dello Stato, ma soprattutto nel rispetto assoluto verso tutti.

Gianni Letta, Carlo Parisi e Pierluigi Roesler Franz

Il giorno del suo compleanno Luigi Bisignani su Il Tempo – che per Gianni Letta era stato il suo primo giornale da direttore responsabile – lo raccontava in questo modo: «Gianni Letta? Mai lavorato meno di 15 ore al giorno.

Gianni Letta con Giulio Andreotti

La preparazione minuziosa dei suoi interventi, senza sbagliare una citazione o un congiuntivo, è leggenda, così come la sua memoria e la partecipazione alle commemorazioni: una media di tre a settimana, da Guinness dei primati.
Per Andreotti era anche il campione del mondo nella stesura dei necrologi. Riceve circa venti persone al giorno per non più di otto minuti ciascuna. Facendo un rapido calcolo, solo negli ultimi vent’anni ne ha viste circa 175.000: praticamente tutti gli abitanti di Taranto».

Gianni Letta con Silvio Berlusconi

Ma non solo questo, naturalmente. «Berlusconi – racconta ancora di Bisignani – lo definì “un dono di Dio”, altri lo chiamano “Sua Eminenza”, ricordando che è anche Gentiluomo di Sua Santità. Alcuni, più scherzosamente, “Eminenza Azzurrina”, per via delle cravatte tendenti spesso ai toni del cielo, su camicie rigorosamente bianche con gemelli.

Gianni Letta con Sergio Mattarella al Quirinale

Ha sempre volato alto, seppur ancorato alla concretezza della cultura dell’ascolto e del dialogo. Grazie a questa capacità e al suo forte carattere, è stato l’unico che le ha “cantate” al Cavaliere, come dopo il no alla bicamerale di D’Alema o al governo Maccanico».

Pierluigi Roesler Franz, Gianni Letta e Carlo Parisi

«Grazie Presidente», gli ripete più volte Carlo Parisi: «Grazie per la grande attenzione che, nel corso della sua vita, ha dedicato al giornalismo italiano, convinti come siamo che se il nostro mondo ha portato a casa conquiste importanti il merito lo si deve soprattutto a uomini politici come lei che, ai vertici delle Istituzioni del Paese, hanno aiutato la stampa italiana a crescere e ad essere sempre più libera e indipendente da tutto. E di questo tutti noi le saremo grati per sempre».

Stefania Battistini, Rosa Rubino, Gianni Letta e Salvatore Lombardo nel corso della riunione di ieri per il Premio Mozia 2025 nella Sala del Notartel di Roma

La Seconda Edizione del Premio Isola di Mozia 2025, brillantemente organizzato da Salvatore Lombardo e Rosa Rubino, si è aperta, dunque, ieri sera a Roma con questa parentesi di ricordi e di emozioni condivise che fanno di Gianni Letta uno dei giornalisti più seri, più amati, più ammirati e più inseguiti della storia del giornalismo italiano.
Auguri ancora Direttore, per i suoi 70 anni di professione giornalistica e per i suoi 90 anni di storia della Repubblica. (giornalistitalia.it)

Pino Nano

Pino Nano, Paola Saluzzi, Carlo Parisi, Rosa Rubino e Stefania Battistini che, in occasione della riunione della giuria del Premio Mozia 2025, hanno festeggiato Gianni Letta per il Premio alla Carriera

 

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