Il tradizionale appuntamento di fine anno di Stampa Libera e Indipendente Piemonte

Giornalisti Indipendenti, al centro la persona

L’intervento di Ezio Ercole all’affollata assemblea annuale al Circolo della Stampa di Torino

TORINO – Il tradizionale appuntamento di fine anno, voluto da Ezio Ercole, presidente dei Giornalisti Indipendenti (declinazione piemontese della componente nazionale Stampa Libera Indipendente guidata da Carlo Parisi) è iniziato con la consegna della targa alla collega Rosalba Nattero, moglie del defunto Giancarlo Barbadoro, giornalista, artista, poeta, guerriero, sciamano, uomo che ha declinato la sua esistenza all’amore, alla conoscenza, all’arte ed alla bellezza, per la difesa degli esseri più indifesi, dai popoli nativi agli animali, all’insegna dell’ecospiritualità per un pianeta senza scontri. “Ed è proprio da qui, – esordisce Ercole – dalla volontà di vivere senza scontri, senza duellare usque ad effusionem sanguinis, che nasce la prima Associazione Stampa Periodica Italiana nel 1877 e successivamente l’Istituzione dell’Ordine dei Giornalisti”.
Da quando Guido Gonella propose l’istituzione di un Ordine per i giornalisti, professionisti o pubblicisti che siano, in quanto svolgono attività professionale, da allora la professione è mutata a tal punto da esser necessario, oggi, una revisione della regolamentazione, una riforma con nuove modalità di esercizio della professione e di accesso ad essa.

Il compianto Giancarlo Barbadoro premiato qualche anno fa al Circolo della Stampa di Torino da Ezio Ercole

Ezio Ercole, consigliere di amministrazione dell’Inpgi e vice presidente dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte, illustra, agli oltre centocinquanta colleghi presenti nella sede del Circolo della Stampa di Torino, i ragionamenti che porterebbero al cambiamento del nome da Ordine dei Giornalisti in Ordine del Giornalismo, nonché l’introduzione di un foglio rosa per gli aspiranti pubblicisti. Proposte che lasciano fortemente perplessa tutta la categoria, in un momento in cui è necessario spostare l’attenzione dalla professione alla professionalità, dagli strumenti di lavoro alle competenze del lavoratore, di rimettere la persona al centro, l’informazione al centro, sarebbe pericoloso accettare il passaggio dalla professionalità alla professione, uno svuotamento non solo semantico che va oltre la drastica riduzione dei consiglieri nazionali già attuata.
La bilancia del legislatore tenta un riequilibrio di professionalità all’articolo 45 della Legge istitutiva (la n. 69 del 3 febbraio 1963), laddove rimodula lo status del giornalista iscritto nell’elenco dei pubblicisti equiparandolo al collega iscritto nell’elenco dei professionisti e ponendo entrambi al riparo da quelle sentenze di cassazione che discriminano le due tipologie di lavoratori quand’anche tutelati dallo stesso contratto di lavoro.

Ezio Ercole

Il vice presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte si sofferma sulle gestioni principale e separata dell’Inpgi, l’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani, evidenziando le criticità della prima ed illustrando le politiche di welfare che permeano l’Inpgi 2. Ci si è anche soffermati sul cosiddetto ricongiungimento, istituto che finalmente dà conto del lavoro a tempo pieno svolto da migliaia di pubblicisti per arrivare alla formazione permanente, sino alle revisioni: tutti istituti che vengono interpretati in modo diverso a seconda della prassi e dei riti dei vari Ordini regionali.
Dal canto loro, i colleghi piemontesi si son dimostrati favorevoli, soprattutto nell’ultimo triennio, alla formazione professionale, partecipando anche attivamente alle iniziative gratuite e spalmate su tutto il territorio piemontese in momenti di crescita e confronto e coinvolgendo la neonata Asd Subalpina. “Di questo – conclude Ercole – ha bisogno il giornalista, del confronto con i colleghi, dell’interazione e soprattutto della risposta che il giornalista può dare all’invasione della rete che ne indirizza i bisogni ne predetermina le necessità e ci rinchiude in una bolla”.

Il momento musicale dell’Accademia di Sant’Uberto

L’unica risposta è nella mediazione giornalistica che sappia distinguere il grano dal loglio ed esalti il principio di comunità unico antidoto alla omologazione. La libertà di informazione a cui si rifà Ercole torna all’idea di Guido Gonella ed al discorso sulle 27 libertà. Ventisette libertà sono tante e ce n’è per tutti, ma tra queste Gonella non contempla la libertà di informazione ed Ercole spiega che non è necessario citarla perché è in essa che vivono, come petali di un solo fiore, tutte le altre: libertà morali, politiche ed economiche. Questo è l’augurio di Ercole a fine lavori, che i giornalisti siano paladini dell’informazione e della libertà di informazione e che non cedano alla tentazione del “cervello a spot”, occorre chiarire che gli strumenti di ricerca web non possono sostituire conoscenze, competenze ed esperienza.
Tutela, promozione e valorizzazione del patrimonio storico, artistico e nella ricerca storico-scientifica nonché della verifica delle fonti, gli stessi valori condivisi dall’Accademia di Sant’Uberto virtuosi del corno da caccia, che ha chiuso in melodia la giornata di lavori presso la sede di corso Stati Uniti a Torino. (francagiusti/giornalistitalia.it)

Un commento

  1. Eccellente iniziativa alla quale non ho potuto partecipare, mio malgrado. Auspico che la nostra categoria si possa permeare e muovere nella direzione evidenziata dal nostro vicepresente.

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