L’annuncio di Al Jazeera “grazie alla mediazione del Qatar”. Era stato rapito 2 anni fa

Il giornalista Peter Theo Curtis liberato in Siria

Peter Theo Curtis nell’immagine diffusa da Al Jazeera

Peter Theo Curtis

DOHA (Qatar) – Peter Theo Curtis, il giornalista freelance americano rapito due anni fa, in Turchia, è stato liberato oggi in Siria.
 A dare l’annuncio è stata, stasera, l’emittente televisiva al Jazeera, la quale ha riferito che la liberazione è avvenuta grazie alla mediazione del Qatar. Curtis è stato liberato sulle alture del Golan, dove è stato preso in consegna dalle forze di pace delle Nazioni Unite che, dopo un controllo medico, lo hanno affidato ai rappresentanti del Governo degli Stati Uniti.
Il giornalista, 45 anni, di Boston, era stato rapito dal Fronte Nusra, affiliato ad al Qaeda, che ha preso le distanze dal più radicale Stato Islamico (Isis), nell’ottobre 2012 ad Antakya, località di confine della Turchia, mentre progettava di entrare in Siria.
Felicissima della notizia, la madre del giornalista, Nancy Curtis, ha dichiarato che per la liberazione del figlio non è stato pagato alcun riscatto, ma naturalmente la notizia ha bisogno di opportune verifiche in quanto i rapimenti del Fronte Nusra, così come quelli dell’Isis sono finalizzati proprio alla richiesta di denaro o alla liberazione di terroristi detenuti.
Dal canto suo, il segretario di Stato degli Stati Uniti, John Kerry, si è detto “sollevato” per la liberazione del giornalista, confermando che la Casa Bianca sta facendo di tutto per riuscire a far tornare in patria tutti gli americani tenuti in ostaggio. Kerry  ha, infatti, sottolineato che “si sta usando ogni mezzo diplomatico, risorsa di intelligence e militare” a disposizione per ottenere la liberazione di tutti gli ostaggi.
Il rilascio di Peter Theo Curtis giunge pochi giorni dopo la decapitazione del giornalista americano James Foley, catturato in Siria nel 2012. Martedì scorso, l’Isis ha, infatti, diffuso l’orribile video dell’esecuzione da parte del miliziano jidahista “John”, che parlava di “una vendetta per il raid Usa”.
Nel video, dal titolo “A Message to America”, il gruppo terroristico ha affermato di essere in possesso di un altro giornalista statunitense, Steven Sotloff, e che la sua sua vita dipendesse dalla prossima mossa del presidente americano Barack Obama.

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