Morto a Roma all’età di 83 anni è stato volto storico del Tg2 Rai e direttore di Radio24

Giancarlo Santalmassi voce libera del giornalismo

Giancarlo Santalmassi

ROMA – È morto la notte scorsa nella clinica romana Quisisana, nel quartiere Parioli, all’età di 83 anni, Giancarlo Santalmassi, una delle firme e delle voci più autorevoli del giornalismo italiano, protagonista di una lunga carriera attraversata da rigore, autonomia e passione civile. La sua scomparsa lascia un vuoto profondo nel mondo dell’informazione, dove è stato testimone diretto e narratore lucido di decenni di storia nazionale e internazionale.

Giancarlo Santalmassi

Nato a Roma il 20 ottobre 1941, Santalmassi muove i primi passi nella professione alla fine degli anni Sessanta, collaborando con il settimanale Panorama. Nel 1968 supera un concorso per radiocronisti alla Rai e inizia un percorso che lo porterà ad affermarsi come uno dei volti più riconoscibili e stimati dell’informazione pubblica. Inviato della storica trasmissione Tv7, seguì tra l’altro i viaggi di Papa Paolo VI in Uganda, Palestina e in diverse città italiane.
Negli anni Settanta entra a far parte della redazione del Tg2, di cui diventa uno dei principali conduttori. Firma le cronache di eventi che hanno segnato l’Italia, come il sequestro e l’assassinio di Aldo Moro, la tragedia di Vermicino, l’attentato a Giovanni Paolo II.
Per il rigore dimostrato nella gestione dell’informazione, fu insignito nel 1982 del premio Cronista dell’anno. Il suo stile asciutto, mai urlato, era sinonimo di credibilità, equilibrio e rispetto del pubblico. Nel 1994 viene nominato vicedirettore dei Giornali Radio Rai, per poi assumere nel 1998 la direzione di Radio Rai. È però nel 1999 che compie una scelta cruciale, accettando la sfida di dirigere la neonata Radio 24, l’emittente del Gruppo Sole 24 Ore. Contribuisce a costruirne l’identità editoriale, conducendo trasmissioni di grande successo come Viva Voce, Hellzapoppin’, e ideando format che valorizzavano l’ascoltatore come parte attiva del dibattito, tra cui Lettere al direttore.

Giancarlo Santalmassi nel 1983

Dopo un’interruzione nel 2003, torna alla direzione nel 2005, rilanciando la testata con rinnovato slancio.
La cifra di Santalmassi è sempre stata la libertà: quella di pensiero, di giudizio, di parola. Non ha mai cercato appartenenze o consensi facili. Ha esercitato il mestiere di giornalista con spirito critico e autonomia, difendendo il ruolo dell’informazione come presidio democratico. Era schietto, colto, a tratti ironico. Non amava le semplificazioni né i riflettori. Preferiva la sostanza all’apparenza, la precisione al sensazionalismo.
Apprezzato anche come docente e formatore, ha lasciato un segno indelebile in chi ha avuto la fortuna di lavorare al suo fianco.

Giancarlo Santalmassi

Più volte ha invitato i giovani a “disobbedire con metodo”, insegnando che la vera deontologia non è un recinto, ma una bussola. Per lui essere giornalisti significava innanzitutto essere cittadini informati e responsabili.
Giornalisti Italia si unisce con profonda commozione al dolore dei familiari, degli amici e dei colleghi tutti, ricordando Giancarlo Santalmassi come un uomo integro e un cronista esemplare. Alla sua scuola si sono formate generazioni di giornalisti. Il suo esempio continuerà a vivere nel lavoro quotidiano di chi crede in un’informazione seria, onesta e al servizio dei cittadini.
Addio Giancarlo. La tua voce, ferma e limpida, continuerà a indicarci la strada.
I funerali saranno celebrati a Roma venerdì 6 giugno, alle ore 12, nella Chiesa degli Artisti di Piazza del Popolo. (giornalistitalia.it)

Pierantonio Lutrelli

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