Entro oggi il 60% dello stipendio di novembre. Domani il giornale torna in edicola

Gazzetta del Mezzogiorno, un po’ di respiro

La sede della Gazzetta del Mezzogiorno a Bari

BARI – Parziale schiarita per la crisi de “La Gazzetta del Mezzogiorno”, il quotidiano di Bari che domani tornerà in edicola in Puglia e Basilicata dopo tre giorni consecutivi di sciopero dei giornalisti. Oggi sarà corrisposto il 60 per cento dello stipendio di novembre che i giornalisti della Gazzetta non hanno percepito il mese scorso, quando hanno ricevuto solo il 40 per cento della retribuzione.
Col saldo del 60 per cento, viene così completata l’erogazione dello stipendio di novembre ma deve essere ancora corrisposto lo stipendio di dicembre. Stessa cosa anche per la tredicesima, che non è stata erogata. La Gazzetta vive una pesante situazione di difficoltà finanziaria aggravatasi dopo che la Magistratura di Catania, nell’ambito di un procedimento antimafia che riguarda l’editore Mario Ciancio Sanfilippo di Catania, ha messo sotto sequestro, lo scorso settembre, le quote azionarie della controllate da Ciancio.
Attualmente il giornale è affidato a due commissari giudiziari. Per il 22 gennaio, intanto, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha riconvocato la task force occupazione della stessa Regione, presenti sindacati, direzione aziendale della Gazzetta, commissari giudiziari, Fnsi e Assostampa di Puglia. A fine dicembre la task force ha già tenuto una riunione sulla crisi della Gazzetta. Si verifica anche se c’è interesse di nuovi soggetti potenzialmente interessati a rilevare la Gazzetta.
Lo scorso 29 dicembre si è, inoltre,  svolta “Gazzetta Day”, un’iniziativa per la promozione del quotidiano consistita in un maggiore acquisto di copie – ne sono state diffuse in quella occasione oltre 50mila – anche da parte di aziende, banche, associazioni di impresa, sociali, culturali e gruppi di cittadini.
Il caso del quotidiano di Puglia e Basilicata, che da poco ha compiuto i 130 anni di vita, approda intanto in Parlamento con una interrogazione al ministri Di Maio e Bonafede del deputato Pd Ubaldo Pagano. Il parlamentare pugliese osserva che «nonostante le dichiarazioni dei magistrati di Catania che sarebbe stato fatto “il possibile per rilanciare il
gruppo imprenditoriale nell’ambito della piena libertà di editoria e di pensiero” e sebbene i giornalisti e i poligrafici della testa abbiano più volte, nei mesi scorsi, sollecitato gli amministratori giudiziari a fornire informazioni sul piano di rilancio dell’azienda che si intende attuare, da questi non è pervenuta alcuna risposta che potesse rassicurare i dipendenti in ordine al loro posto di lavoro. Ad oggi, infatti – osserva Pagano –, La Gazzetta del Mezzogiorno non è stata oggetto di alcun progetto di risanamento e rilancio a medio e lungo termine che possa risollevarne le sorti».
«Per di più – conclude Pagano – gli amministratori giudiziari hanno riferito di un taglio del 50 per cento dei costi del lavoro al fine di “garantire la sopravvivenza” dell’azienda, anche se non è chiaro quali costi possano essere tagliati». (agi)

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